La visita

Orbán a Roma per incontrare il Papa, ma niente selfie con Meloni. Salvini invece è in solluchero

Gianluca De Rosa

La leader di Fratelli d'Italia snobba il vecchio amico che in Vaticano ottiene i ringraziamenti del Papa per l'accoglienza dei profughi ucraini. Con il pontefice sono d'accordo: non vanno inviate armi in Ucraina. E il segretario leghista cerca la benedizione papale per interposta persona

Viktor Orbán era a Roma, ma questa volta Giorgia Meloni di selfie con l’autocrate ungherese ha preferito non farne. Non sono più i tempi in cui  – era il 2019 –  veniva accolto ad Atreju, la kermesse di FdI, dai militanti che intonavano “Avanti ragazzi di Buda”. “Il più bel canto scritto sulla rivoluzione del ‘56”, ebbe modo di dire quel giorno il presidente ungherese. Due settimane fa, dopo le elezioni in Ungheria che hanno confermato Orbán al comando, Meloni aveva traccheggiato un po’, ma poi aveva pubblicato le sue congratulazioni. Già allora traspariva un certo imbarazzo. “E’ interesse dell’Europa – scriveva – riappassionare gli ungheresi alla causa comune e chiudere spazi alle ingerenze di Russia e Cina, ma per farlo Bruxelles deve innanzitutto rispettare la loro volontà”. Pesa l’inquietante vicinanza del primo ministro ungherese a Vladimir Putin. Prossimità fin troppo manifesta. Orbán non fa passare le armi dirette in Ucraina sul territorio ungherese. Invio di forniture militari a Kyiv che invece in Italia Fratelli d’Italia sostiene con convinzione. Le posizioni di Orbán sull’Ucraina e su Putin lo hanno anche gravemente allontanato dal Pis polacco, principale alleato di Fratelli d’Italia in Europa, con il partito di Meloni condivide la presidenza dei Conservatori europei. Sono cose che fanno arrossire. “Non è imbarazzo – dice il senatore di FdI Giovanbattista Fazzolari – semplicemente in questo momento non condividiamo la posizione dell’Ungheria sul conflitto ucraino. D’altronde – aggiunge – con Orbán abbiamo sempre condiviso la critica all’Europa, ma su altre cose abbiamo posizioni diverse. Lo dicono i fatti: noi siamo a Bruxelles con i conservatori europei, Fidesz non ne fa parte”.  

 

Per un amico che si allontana, comunque, ce n’è sempre uno pronto ad abbraciarti, a offrirti consolazione. Sin dalla prima mattina sulla chat della Lega è giunta la notizia. “Nel pomeriggio il Matteo Salvini incontrerà il primo ministro ungherese. Seguiranno aggioramenti”.
Orbán era ufficialmente a Roma per la sua prima visita dopo la rielezione. Accolto ufficialmente in Vaticano. Quaranta minuti a colloquio con papa Francesco che gli donato una formella in bronzo raffigurante San Martino che protegge il povero donandogli una parte del proprio mantello. Un simbolo per ringraziare il premier per l’accoglienza data dall’Ungheria ai profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. “Ho chiesto al pontefice di sostenere i nostri sforzi per la pace”, ha detto Orbán terminato l’incontro. Sul fronte antibellicista lui e il pontefice sono una strana coppia. E il segretario della Lega allora pensa. “E perché non un triangolo?”. Per Salvini, infatti, è un’occasione ghiottissima. Una coincidenza per cercare la benedizione papale per interposta persona. A chi gli chiede se sia opportuno incontrare il capo di governo europeo più vicino a Vladimir Putin replica: “Ha incontrato il Papa dai, non scherziamo”. 

E poi su Facebook: “Ho incontrato il primo ministro ungherese Viktor, che oggi ha ricevuto la benedizione del Santo Padre. Orgogliosi dell’amicizia e della sintonia tra i nostri popoli”.
Dai tempi in cui era ministro dell’Interno il fu Capitano sogna di incontrare il Papa. Ma in Vaticano non hanno mai voluto dargli udienza. Ma la guerra in Ucraina ha rimescolato le carte. Salvini non è più quello che ferma le navi cariche d’immigrati. Ha una nuova sceneggiatura. E’ pacifista, francescano, irenico. Per adesso. Davanti all’invio di armi all’Ucraina rabbrividisce. Insomma sulla guerra lui e il pontefice si sono ritrovati finalmente su posizioni simili. E quindi lui ci spera. Che sia la volta buona che il Papa accetti di riceverlo?