(foto Ansa)

Bonomi lancia un monito al governo: "Senza interventi l'industria italiana va verso la paralisi"

Redazione

Il presidente di Confindustria in un'intervista al Messaggero: "Draghi deve fare Draghi. Ci ascolti, o la situazione diventerà irreparabile"

"Draghi deve fare Draghi. È stato proprio lui che in tempi non sospetti ha parlato di debito buono e debito cattivo, questo è il momento di calare sul terreno quegli inviti al ricorso al debito buono che tutti abbiamo condiviso. Chiediamo al governo gesti coraggiosi". Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi in un'intervista al Messaggero lancia un monito a che il governo ascolti le richieste del mondo imprenditoriale. Soprattutto adesso che, in seguito alla guerra in Ucraina, l'industria italiana va verso un serio rischio di paralisi. "Già a novembre Confindustria faceva notare come la produzione industriale stesse rallentando, la guerra ha solo accelerato il processo. Da mesi sollecitavamo i provvedimenti necessari a sostenere il forte rimbalzo dello scorso anno - perché solo di rimbalzo si è trattato - per assicurare negli anni a venire una crescita intorno al 4% per far fronte all’enorme debito pubblico. Eppure quasi nulla finora è stato fatto. Adesso il rischio è di una stagnazione che, senza interventi strutturali, può diventare recessione". 

Bonomi quindi passa in rassegna tutti gli interventi di cui ci sarebbe bisogno nel più breve tempo possibile. A partire dalla necessità di rivedere il mix energetico. "È tempo di imparare dagli errori del passato, errori che hanno spinto il paese a essere dipendente dal gas russo per il 40% quando già nel 2014, dopo la guerra di Crimea, la Ue chiedeva ai partner di diminuire drasticamente l’import di gas russo: l’Italia l’ha raddoppiato", spiega il capo degli industriali. Cosa fare? "Andrebbe subito messo un tetto al prezzo del gas. Draghi ha fatto molto bene a tentare di coinvolgere l’Europa, ma se l’operazione non riesce, l’Italia deve farlo anche da sola".

E insomma sarà pur vero che il presidente del Consiglio gode di un grosso credito presso la classe degli imprenditori a nord a sud, ma adesso è chiaro che chi si mette a sfidare da solo quotidianamente la burrasca dei mercati internazionali ha bisogno di rassicurazioni. Come ad esempio, sempre secondo Bonomi, sarebbe dovuto accadere in materia fiscale. "Alla fine del 2021 abbiamo criticato la legge di bilancio per misure che ignoravano il rallentamento produttivo: Si è preferito intervenire sulla riduzione dell’Irpef con 8miliardi di cui nessuno si è però accorto. Ci fu spiegato che il momento delle imprese sarebbe venuto con la delega fiscale, prevedendo un taglio strutturale del cuneo. Ora ci viene detto che la delega non lo prevede". Ecco, quali sono le proposte su questo versante? "Un’aliquota Ires ordinaria al 15%, in linea con la minimum tax internazionale, e un’addizionale fino al 9% in più per chi preferisce distribuire gli utili invece che reinvestirli. Questo mi aspetto dal presidente Draghi". Anche perché, per l'appunto, "dal governo ci aspettiamo gesti coraggiosi". Ma soprattutto, "Draghi deve fare Draghi".

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