Franco Gabrielli (Ansa)

Allineati e coperti

Sull'invasione russa, l'Italia si muoverà d'intesa con la Nato. La relazione di Gabrielli al Copasir

Valerio Valentini

Il sottosegretario di stato delegato al controllo dei Servizi segreti ha spiegato che nessuno può agire in modo autonomo e qualsiasi scelta che non fosse coordinata risulterebbe inutile, se non dannosa. Preoccupazione a Palazzo Chigi per le ricadute economiche delle guerra

Allineati e coperti. È questo, in estrema sintesi, il senso dell'intervento fatto da Franco Gabrielli al Copasir. Nel corso della sua audizione davanti al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, il sottosegretario di stato delegato al controllo dei Servizi segreti ha spiegato che l'Italia resta orientata a muoversi d'intesa con le decisioni che la Nato vorrà assumere. Nessuno può muoversi in modo autonomo, e del resto qualsiasi scelta che non fosse coordinata risulterebbe inutile, se non dannosa. La compattezza del fronte europeo, e dell'UE con gli Usa, è ciò che ha impedito finora a Vladimir Putin di negoziare in modo singolo coi vari partner, come accaduto invece nel 2014 con l'invasione della Crimea.

Lo scenario è ora grave, ma ancora da definire nei suoi esatti contorni. In particolare, non si conosce con certezza l'obiettivo finale di Mosca. Di certo la prima tranche di sanzioni, piuttosto blande, era pensata da Washington e da Bruxelles come un passaggio dovuto. Ed è dunque scontato che stasera il G7 prima e il Consiglio europeo poi varino un pacchetto ben più severo. Basterà per dissuadere Putin dal perseguire nei suoi piani militari? Su questo tutti, nel Copasir, e con loro Gabrielli, esibiscono una cautela che sa di scetticismo. Restano ovviamente sul tavolo anche ipotesi più ardue, a partire dall'invio di armi e sostegno logistico al governo Ucraino. Ma su questa strada nessuna decisione è stata presa.

 

Quanto all'Italia, le preoccupazioni di Palazzo Chigi per le ricadute economiche della crisi sono concrete. E, seppur non costituiscano un incentivo all'indolenza, inducono il governo a una certa cautela, anche rispetto alla possibile rappresaglia di Mosca sulle forniture di gas. In questo senso resta necessario supportare lo sforzo del ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani, per potenziare al massimo, sin da ora, le capacità di estrazione di gas e di produzione di energia da fonti rinnovabili, al fine di ridurre al massimo, in prospettiva ma anche nell'immediato, la nostra dipendenza energetica. 

Quanto al dispiegamento di contingenti italiani in Europa dell'est, lungo la cintura di confine tra la Lettonia e la Romania, le missioni previste al momento restano quelle già pianificate. C'è comunque la volontà di confermarle attraverso un passaggio formale: e cioè un decreto governativo da convertire alle Camere o un pronunciamento delle commissioni parlamentaricompetenti, convalidato da un voto conclusivo in Aula.

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.