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EDITORIALI

Il tip Tap russo di Di Stefano

Redazione

Dopo aver baciato la pantofola di Putin, il M5s si riscopre filoatlantico

Avolte fanno quasi tenerezza per come tentano di girare la frittata. Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri del M5s, in un’intervista a Repubblica tenta di spiegare a tutti quelli che volevano il Tap perché il gasdotto del corridoio sud è necessario, proprio lui che voleva bloccarlo perché lo riteneva un crimine. “Abbiamo un problema di dipendenza da poche fonti, per lo più la Russia – dice il grillino – Mosca ha quasi dimezzato i flussi di gas destinati tramite la rotta ucraina e questa minaccia alla nostra sicurezza energetica richiede interventi urgenti”. Ad esempio un aumento dei flussi attraverso il corridoio sud, quello che loro non volevano assolutamente perché comportava l’espianto di qualche ulivo in Salento: “Fortunatamente c’è il Tap – dice il sottosegretario – è grazie al Tap se questo caro bollette è un po’ calmierato”. E grazie al Tap. Ma se avessimo seguito lui e il M5s, ora saremmo ancor più dipendenti da Putin.

 

Fa mea culpa? No. Di Stefano dice che “è una questione di contesto storico differente”, dice: “Anche il contesto geopolitico è differente”. E invece no, non è cambiato il contesto ma si è ribaltata la posizione del M5s che era filorussa e filoputiniana. I rischi energetici per l’Italia sono sempre gli stessi. L’annessione dell’Ucraina e la guerra nel Donbass risalgono al 2014. Solo che allora Di Stefano andava a baciare la pantofola di Putin ai congressi di Russia Unita, faceva a gara con Salvini a chi urlava di più contro le sanzioni dell’Ue alla Russia, blaterava di revisione della partecipazione italiana alla Nato, parlava di “partner strategico fondamentale come Mosca”, ripeteva a pappagallo la propaganda di Putin  su una “Russia circondata” dagli aggressori occidentali:  “La Nato  – scriveva – si prepara alla guerra contro la Russia per forzare l’ingresso dell’Ucraina nell’Organizzazione e per gli interessi egemonici mondiali degli Stati Uniti”. Fosse stato per lui saremmo alla canna del gas.

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