Non solo applausi

Il Pd si fionda sull'agenda Mattarella: "Al lavoro su Csm e sicurezza sul lavoro"

Letta: "Le parole di ieri non siano lettera morta"

Simone Canettieri

Questa mattina le capogruppo dem Serracchiani e Malpezzi hanno scritto una lettera ai presidenti delle Camere: subito una sessione di dibattito parlamentare  dopo il discorso del Capo dello Stato

Il Pd si fionda sull'agenda Mattarella. A meno di 24 ore dal discorso del presidente della Repubblica, Enrico Letta lancia un appello al Parlamento. “Dopo ieri, come Parlamento e come partiti e forze politiche, ci giochiamo la credibilità in base al modo attraverso il quale daremo seguito agli impegni contenuti nel discorso del Presidente Mattarella. Li abbiamo applauditi con scroscianti e ripetute ovazioni. Se rimanessero lettera morta, la politica tutta perderebbe forza. Soprattutto meriterebbe il biasimo che spesso e da tempo serpeggia nella nostra società. Il mio appello è: troviamoci a discutere rapidamente dello strumento parlamentare più idoneo e decidiamo insieme le forme concrete con cui, nell'ultimo anno di legislatura, si può davvero dare attuazione alle sollecitazioni espresse in quello straordinario discorso".

Fra i temi caldi e prioritaria per il Nazareno ci sono la riforma del Csm, ma anche la sicurezza sul lavoro. Letta non la cita perché Mattarella non l'ha nominata, ma c'è anche la legge elettorale da cambiare. La centralità delle camere passa anche da questo atto.

Questa mattina le capogruppo del Pd alla Camera e al Senato, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, hanno scritto una lettera ai presidenti delle Camere, avanzando la proposta di una specifica sessione di dibattito parlamentare sul seguito da dare al discorso con il quale ieri il Presidente della Repubblica ha accettato il suo secondo mandato.  "Molti dei contenuti richiamati dal capo dello Stato  impongono, infatti, un attivo ruolo riformatore da parte delle Camere, per far sì che l’ultimo anno della legislatura sia proficuo e all'insegna di una reale condivisione.  Avanziamo questa proposta con lo spirito più aperto e costruttivo. Siamo esigenti e siamo convinti che lo saranno tutte le altre forze politiche: non lasciamo che il seguito di quel discorso siano solo gli applausi, sia pure scroscianti. Trasformiamoli in atti concreti e in una rapida e fattiva reazione del Parlamento".

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.