(foto Ansa)

Elisabetta Belloni è ufficialmente la seconda candidata bruciata da Salvini

Redazione

Il capo dei Servizi segreti era salita nelle quotazioni per il Colle dopo le parole del segretario del Carroccio su una presidente della Repubblica donna. Ma su di lei è già arrivata la bocciatura della sinistra, di Renzi (e pure di Forza Italia)

E' stato il colpo di teatro di Matteo Salvini. Quel "lavoro per un presidente donna" pronunciato quando solo poche ore prima il naufragio del centrodestra aveva portato a bruciare la candidatura della seconda carica dello stato, Elisabetta Alberti Casellati, impallinata da una sessantina di franchi tiratori all'interno della coalizione.

L'uscita piuttosto inaspettata di Salvini, non certo la prima in questi giorni, è arrivata poco dopo l'incontro con Enrico Letta e Giuseppe Conte di questo pomeriggio. Un incontro atteso dal quale solo una notizia è uscita per certo: che il dialogo fosse partito, non però che si fosse vicini a una quadra.  

 

E tuttavia, poco dopo le dichiarazioni di Salvini, che subito hanno fatto pensare al capo del Dis Elisabetta Belloni, Giuseppe Conte ha dichiarato: "Spero ci sia la sensibilità per avere la possibilità finalmente di eleggere un presidente donna".  Accreditando ancora di più l'ipotesi che l'asso nella manica fosse quella figura tecnica su cui l'asse giallo-verde si è rinsaldata nei giorni scorsi.

E però, piano piano, l'idea della Belloni ha innescato anche reazioni di segno opposto. Come quella, piuttosto ferma, di Matteo Renzi. "Stimo Belloni, ma il capo dei servizi non può diventare presidente della Repubblica", ha detto il leader di Italia Viva. "Non penso che sia minimamente possibile votare la capo dei Servizi segreti alla presidenza della Repubblica: non sta né in cielo né in terra. Se è il suo nome proporremo di non votarlo". 

Quella dell'ex segretario dem da subito non è parsa una voce isolata. Perché da quando ha preso a circolare l'ipotesi Belloni, s'è innsecato un susseguirsi di dichiarazioni che hanno fatto capire dove si andasse a parare: verso un'altra sonora bocciatura anche di questa candidata quirinabile. Nel Pd il primo a dirsi contrariato era stato il senatore Andrea Marcucci. Ma poco dopo è stato il Nazareno stesso a fugare ogni perplessità. Come raccontato all'Agenzia Dire da fonti parlamentari dem, l'iniziativa di Giuseppe Conte non era stata concordata al tavolo del centrosinistra. Tant'è che il Pd ha fatto sapere di aver "accolto con sconcerto la fuga in avanti di Conte". Ribadendo anche la disponibilità di discutere di "candidate donne, ma in maniera seria".

Negli stessi minuti trapelavano anche le rimostranze dei grandi elettori di Liberi e uguali, che sulla promozione di Belloni al Colle si mostravano assolutamente scettici senza mezzi termini. "Con tutto il rispetto per la competenza e la capacità di Elisabetta Belloni, in un paese democratico è assolutamente inopportuno che il capo dei servizi segreti diventi presidente della Repubblica. Allo stesso modo non è accettabile che la presidenza della Repubblica e la guida del governo siano affidate entrambe a personalità tecniche e non politiche", hanno scritto in una nota, ricalcando l'argomentazione di Renzi. 

Un'ostruzione collocabile nel campo del centrosinistra? No, se è vero che poco dopo anche Forza Italia faceva filtrare in maniera informale tutte la perplessità sull'opzione. E la senatrice Licia Ronzulli si spingeva a dichiarare (in chiaro, questa volta) che no, "la Belloni per noi non va bene". Insomma Salvini sperava, annunciando davanti alle telecamere la sua intenzione di promuovere una lady alla presidenza, di far dimentariche il tracollo di cui è stato l'artefice questa mattina. Forse non ha considerato che la Belloni è la seconda candidata che brucia in un solo giorno. 

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