l'intervista

"A Draghi chiediamo un aiuto sui conti, e offriamo un modello sul Pnrr". Parla il sindaco di Torino

Valerio Valentini

Lo Russo ammette le difficoltà sul bilancio: "Ci serve un sostegno sulla rinegoziazione dei mutui. Favorire Napoli dimenticandosi di noi non è accettabile". La promessa sul Recovery: "Saremo i primi a creare una cabina di regia condivisa tra comune e regione sui fondi europei"

Sarà per quel sabaudo puntiglio che lo spinge a rifiutare la parte del questuante, ma più che una semplice richiesta, Stefano Lo Russo al governo lancia “un patto”. Se non di mutuo soccorso, di reciproca convenienza, “e comunque nell’interesse generale del paese”, ci dice il sindaco di Torino, esponente del Pd. “Noi a Roma chiediamo ciò che da soli non possiamo avere, e cioè un aiuto finanziario. E in cambio ci impegniamo a fornire il massimo dell’efficienza per l’attuazione del Pnrr”. Soldi, dunque, in cambio di promesse. C’è da fidarsi? “Da parte nostra c’è già più di una promessa. Torino e il Piemonte offrono un modello che dal 14 dicembre diventerà operativo: regione, comune e università che si coordinano per gestire al meglio i fondi europei, con una cabina di regia unica. Siamo i primi a farlo, in Italia”

Anzitutto, però, Torino chiede a Roma un soccorso sui conti disastrati. “La situazione economica è critica. Quello sul debito è un problema che la città si porta dietro da oltre un decennio, e che riguarda non la spesa corrente. Anzi,  le addizionali Irpef e Imu sono già ai massimi. Il problema vero è il peso dei mutui, i cui oneri gravano per oltre 100 milioni all’anno sul nostro bilancio”.

Eredità delle precedenti amministrazioni. Ma a Torino, a parte l’infelice quinquennio grillino, ha sempre governato il centrosinistra. “Nessuna recriminazione. Né ricerca di alibi. Dico solo che quei mutui vennero stipulati dal comune in epoca di tassi elevati: al 3, al 4 per cento. Oggi potrebbero essere rinegoziati dallo stato allo 0,5  per cento. Al governo, in questo senso, noi non chiediamo altro che di applicare una legge emanata nel 2019 che prevede proprio  questo meccanismo. Però mancano ancora i decreti attuativi”.

Due settimane fa è stato ricevuto a Palazzo Chigi. Avrà chiesto lumi. “Il confronto è stato utile e prosegue costantemente. Credo che ci sia piena consapevolezza da parte del governo del fatto che si tratti di un tema cruciale: la salute e l’efficienza degli enti locali”. E però sembra che la priorità verrà data al salvataggio di Napoli, per il quale verranno stanziate risorse già in manovra.  “A me sembra francamente difficile da accettare, e da spiegare, che si preferisca salvare una città al posto dell’altra. E credo che se così accadesse sarebbe uno schiaffo a Torino che il Pd non potrebbe giustificare, visto anche l’investimento politico fatto per tornare a governare a Palazzo civico. Però uscirei da una logica competitiva, di guerra tra campanili. Questa è una sfida decisiva non per il destino di un sindaco o dell’altro, ma per l’intero paese. Tanto più di fronte alla sfida terribile del Pnrr”.

Anche Torino lamenta carenze di personale e risorse? “Più che carenza, è un’emergenza che mette ad altissimo rischio la capacità di attuare il Piano. Ma non voglio fare la lista delle lamentele, l’elenco di ciò di cui avremmo assoluto bisogno. Capisco la logica di controllo e rigore adottata da Palazzo Chigi. E anche per questo, nel momento in cui chiediamo un aiuto, vogliamo anche impegnarci a garantire un impegno”. Sarebbe? “Ho appena firmato una lettera insieme al presidente del Piemonte Alberto Cirio per avviare la costituzione di una cabina di regia unica, che coordini tutti gli enti attuatori locali: il comune, la regione, la città metropolitana, ma anche Politecnico e Università. Ci si deve muovere con sintonia e precisione, nella stesura e nella realizzazione dei progetti da finanziare con risorse europee. Altrimenti rischiamo che istituzioni diverse si ritrovino a presentare progetti coincidenti, e magari perfino concorrenti, magari puntando contemporaneamente sia sul Recovery sia sui fondi ordinari europei. Insomma, un pasticcio. Ecco, noi questo non vogliamo che accada. E per ciò ci muoviamo per tempo: offrendo, per primi, un modello di gestione coordinato sul territorio”.

Sintonia tra istituzioni e anche tra forze politiche diverse, visto che la regione è guidata dal centrodestra. “Lo spirito credo sia lo stesso che guida l’esperienza del governo Draghi: la salvezza nazionale che va ben al di là dei piccoli interessi di parte”. Un accordo trasversale, quello tra Pd e centrodestra, che rischia di vedere tagliato fuori il M5s, all’opposizione sia in comune sia in regione. “Confido nel loro senso di responsabilità. E spero che vogliano offrire il loro contributo in modo costruttivo”.

A proposito di concordia nazionale e di Pnrr. Da sindaco prima ancora che da dirigente del Pd, si auspica che il governo prosegua la sua esperienza anche dopo la partita del Colle? “Credo che questo, con Draghi alla guida, sia il miglior esecutivo che si possa avere in una situazione complicata come l’attuale. E spero che tutti concorrano a rafforzarlo e a farlo lavorare al meglio, almeno fino alla fine dell’emergenza pandemica e dunque della legislatura, il che ci permetterà anche di mettere il Pnrr sui binari giusti”.
 

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.