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Gelmini spiega perché il no alla delega fiscale della Lega è un grave errore politico

Mariastella Gelmini*

“L’attuazione rapida della delega è utile, indugiare in polemiche no”. Ci scrive il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie

Al direttore - Il testo della legge delega per la revisione del sistema fiscale, approvato dal Consiglio dei ministri di martedì scorso e affidato adesso all’esame del Parlamento, contiene significative novità che vanno nella direzione della semplificazione complessiva del sistema e della riduzione progressiva delle imposte. La valutazione complessiva di un iter che è appena iniziato e che presuppone ancora molto lavoro e fiumi di inchiostro di commenti, si potrà e si dovrà fare naturalmente in corso d’opera e, soprattutto, al termine di un processo legislativo, che impegnerà governo e parlamento nei prossimi diciotto mesi. Ciò tuttavia non esenta le forze politiche che sostengono il governo dal dovere di spiegare le proprie posizioni e il proprio voto.

 

Gelmini: Il no della Lega alla delega fiscale è un grave errore politico

 

Si può scegliere fra due diversi approcci: il testo e il contesto. Tendenzialmente, nell’uno o nell’altro caso, sono dell’avviso che sia razionale e responsabile farlo attenendoci alla realtà contingente, piuttosto che a quella futuribile. Se stiamo al contesto le parole del presidente Draghi sono logiche, trasparenti e conseguenziali. Il suo ragionamento si appoggia, non su posizioni ideologiche, ma su un ferreo pragmatismo. L’economia del paese che già non godeva di buona salute prima della pandemia – il professor Draghi mi perdonerà la semplificazione del suo ragionamento – ha subìto un vero e proprio choc per effetto delle misure di contenimento che i vari governi hanno dovuto prendere: ergo, questo non è il momento di alzare le tasse.


Si può legittimamente dubitare delle parole di chiunque, tuttavia in questo caso ci soccorre, oltre che la riconosciuta autorevolezza del premier, da un lato la storia di questi sette mesi di governo (nei quali l’esecutivo ha immesso nell’economia reale oltre 70 miliardi di euro, senza ricorrere a nuove imposte e continuando a differire le scadenze fiscali) e dall’altro il testo. Per esempio, in merito al tema che sta suscitando un vasto dibattito, la vexata quaestio del catasto, si potrebbe citare la lettera d) del comma 2 dell’articolo 7 della legge delega (in questo caso devo scusarmi con il Direttore del Foglio per la citazione leguleia): tale disposizione, fortemente voluta da Forza Italia, prevede che la modernizzazione della mappatura degli immobili non potrà in alcun modo essere considerata nuova base imponibile per qualsivoglia imposta. Cioè, detto in altri termini, la nuova fotografia del patrimonio immobiliare non sarà utilizzata per aumentare le tasse sulla casa.

 

Si dirà che ciò non fornisce sufficiente garanzia che in futuro, un altro governo potrà farlo. Questa però è una di quelle argomentazioni che rientrano nel futuribile, perché nessuno può garantire per i governi del futuro. Aggiungo che, pur senza che nessuno mettesse mano al catasto, le tasse sulla casa sono state messe (dalla sinistra) e tolte (dal centrodestra) a prescindere. Ricorderete il balletto sull’Imu, poi finalmente abrogata, almeno per la prima casa, come da sempre Forza Italia ha chiesto. Dunque ciò che accadrà nei prossimi anni dipenderà dalle scelte degli italiani e non ho motivo di dubitare che, votando il centrodestra, si garantiranno ulteriori riduzioni della pressione fiscale. Nella delega fiscale infatti – grazie ai frutti dell’impegno pluriennale del presidente Berlusconi – c’è scritto che l’Irap (l’imposta rapina…) sarà progressivamente abolita. A me francamente non pare poco. Se poi aggiungiamo che i decreti attuativi prevedranno la riduzione del carico fiscale sul ceto medio, una complessiva semplificazione del sistema con l’abolizione di decine di inutili micro-imposte, la riduzione del cuneo fiscale, la omogeneizzazione della tassazione sulle imprese, l’armonizzazione normativa complessiva per dare certezza e trasparenza, potremmo forse affermare che venti anni di battaglie politiche di Forza Italia e del centrodestra per un fisco più equo non sono state vane. Con tutto ciò mi parrebbe più opportuno per le forze di centrodestra che sostengono il governo, battersi per una rapida e coerente attuazione della delega, piuttosto che indugiare in polemiche.

 

*ministro per gli Affari regionali e le Autonomie

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