La sottosegretaria alla Giustizia Anna Macina

L'intervista

Macina (M5s) spiega perché sulla giustizia conviene evitare l'ideologismo

La sottosegretaria alla Giustizia del Movimento cinque stelle: "La riforma del processo civile è la più attesa dall'Ue. Fondamentale per i fondi Recovery"

Simone Canettieri

Al contrario di quanto accadde per il processo penale, questa volta tensioni al minimo tra le forze politiche: "C'è stata consapevolezza da parte di tutti", dice l'esponente grillina di governo

Dice: "Una riforma civile è possibile". E ride. Anna Macina, sottosegretario alla Giustizia in quota M5s, ce l'ha con la riforma del processo civile portata a casa, ma anche con un clima che questa volta non è stato infuocato. Per il penale il suo partito, quello dei grillini, minacciò fuoco e fiamme (dimissioni in massa, voto contrario in Parlamento). Questa volta no.

 

Sottosegretario, evviva. Questa volta forse siete, come maggioranza, entrati nel merito senza le solite bandierine identitarie: concorda?

“No, guardi si lavora sempre e solo nell’interesse del destinatario delle norme, cioè il cittadino. Che ha diritto ad avere un sistema efficiente. Ricordo che nel giro di poche ore avremo riforma del civile approvata in prima lettura e penale in via definitiva”.

Si tratta di una riforma attesa da anni: i tempi della giustizia civile bloccano il paese e disincentivano gli investimenti soprattutto dall'estero.


"Sono molto soddisfatta. Perché sono una civilista e so bene quanto ci sia bisogno di questa riforma. E poi perché ho seguito i lavori per conto del governo fin dall’inizio: diciamo che sono state settimane impegnative ma, dalla ripresa dei lavori il 30 di agosto siamo riusciti ad approvare il testo in prima lettura nei tempi previsti con un ritmo serrato". 

La strana maggioranza del governo Draghi si è dunque placata davanti all'interesse collettivo?

"“La maggioranza è molto ampia e spesso visioni e sensibilità non coincidono. Si sono cercate e ottenute mediazioni virtuose su vari aspetti ma soprattutto credo abbia pesato il senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche: sanno bene che le riforme sono legate ai fondi del Recovery. Tutti hanno compreso l’importanza di questa riforma, il cui percorso – lo ricordo – è cominciato durante il precedente governo. È probabilmente la riforma più attesa in Europa. Questo ci ha permesso di lavorare bene”.

 Però non fa notizia.

“Lo so bene, non solletica l’appetito dei media. Eppure, ha a che fare con le attività quotidiane di cittadini e imprese, che meritano l’attenzione del legislatore. Il civile riguarda tutti. Dal blocco di un capannone industriale al pagamento di un tfr, alle esecuzioni immobiliari. Divorzi, affidi, incidenti stradali, cause di lavoro".
 

Ci sono stati anche equilibri politici diversi: rispetto al processo penale voi del M5s  avete cercato la sponda del Pd, invece di andare soli contro tutti.

“Il mio lavoro è stato dare un contributo per conto del Ministero, non di parte. In Parlamento M5s e Pd lavorano bene insieme ormai da tempo”.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.