Agenda di governo

Cadenza Draghi: prossima visita a Confindustria e avanti sul G20

Le altre sfide: delega fiscale e provvedimento bollette

Carmelo Caruso

Il dopo green pass di governo è segnato dall'agenda europea. Il G20 straordinario potrebbe tenersi il 28 settembre. Sulle discoteche e teatri "niente passi affrettati". Draghi atteso il 23 all'assemblea di Confindustria

Cosa vuole sapere un lettore che vuole sapere di governo? Quale sarà il passo in avanti di Mario Draghi. Il passo cadenzato. Il 23 c’è un appuntamento rilevante. Il premier parlerà agli industriali. Parteciperà all’assemblea di Confindustria. Martedì prenderà invece parte ai lavori delle Nazioni Unite. Insomma, sarà la settimana “estera”. Come sta andando la preparazione del G20 straordinario? Bene. C’è una data sempre più certa. Una ragione in più per dire “prendetela per quasi”. Il G20 potrebbe tenersi il 28-29 settembre. Ma questo, e va ripetuto, lo scriviamo noi che lavoriamo con fonti. Dunque se non sarà il 28-29 l’errore è nostro, non sarà certo un obiettivo mancato.

Cosa è rimasto fuori, in questi giorni, mentre si dibatteva sulla gratuità dei tamponi, sulle sanzioni per i no pass? La catastrofe afghana. Cosa entrerà nel prossimo Cdm? Quello che non si è riuscito a inserire ma che si deve fare. Serve infatti un provvedimento per scongiurare l’aumento delle bollette del 40 per cento. Ed è vero, come si racconta, che il premier cercherà di portare in Cdm la delega fiscale anche se il lavoro non è del tutto maturo. Non ci saranno fughe in avanti sul catasto. In questo paese, a volte strano, è meglio farsi piccoli che ingigantirsi. Perché questa piccola nota? Perché ha molto a che vedere con l’estensione del green pass. Cosa ha detto il premier subito dopo l’approvazione del decreto? Che è un decreto che permetterà di continuare ad aprire. Ma chi comincia a dire che i teatri, gli stadi, le discoteche possono riaprire senza distanziamento, e con la vecchia capienza, dice male.

 

Non ci sarà nessun automatismo perché non vale l’argomento che, in buona fede, Dario Franceschini ha portato a suo favore. Ha domandato: “Perché sui mezzi di trasporto si è allargata la capienza? Perché non si può fare nei teatri?”. Sono riflessioni che meritano risposta. I luoghi di cultura, come si dice nel gergo, “camminano” insieme allo sport. Significa che una modifica investirebbe non solo cinema e teatri ma stadi, palazzetti dello sport, discoteche. E’ facile replicare all’obiezione del ministro. E’ stata una decisione presa per favorire il ritorno a scuola. Non significa certo che la cultura sia stata messa in secondo piano. L’altra grande questione riguarda i protocolli. Attenzione. Ruota intorno al metro di distanziamento. Se si decide di tornare alla capienza originaria, se si decide di toglierlo per i luoghi chiusi, sarebbe una piccola rivoluzione che investirebbe anche il mondo del lavoro.

Allora, il primo ottobre non accadrà nulla? Nessuno ha mai detto questo. L’indirizzo del premier si conosce: “Aprire ed essere liberi grazie al green pass ma senza passi affrettati”. A Palazzo Chigi si ragiona su questa espressione: “Serve un tempo congruo”. Le scuole sono state aperte da pochi giorni. Il Cts sarà chiamato a valutare e offrire dati. Il governo poi deciderà ma con il metodo del “rischio ragionato”. E ci sarà zelo. Si dimentica spesso che le norme prodotte, i decreti, sono tutte norme rompicapo per i tecnici del Dagl, per il sottosegretario Roberto Garofoli. Le sanzioni per i magistrati privi di green pass presentano infatti aspetti specifici. La decisione di non estendere il green pass agli avvocati ha invece una ragione: si sarebbe finiti nel labirinto dei legittimi impedimenti. Ma gli avvocati non sono forse lavoratori autonomi e privati? Devono avere il green pass. Rebus risolto. Concludiamo. Il governo non vuole quindi annegare in una discussione teatri e discoteche. L’agenda sarà internazionale. Un dato: l’Italia è salita al primo posto per quanto riguarda le vaccinazioni in Europa. Cadenzare e governare.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio