Foto LaPresse

Dal green pass ai vaccini. La formidabile sberla dei giovani ai populisti

Claudio Cerasa

Salvini e Meloni hanno suggerito agli under 40 di non vaccinarsi e loro hanno risposto all’appello vaccinandosi in massa. Stessa storia per il green pass: boom da 41 milioni. Due show dalla pandemia, con numeri nuovi

Gli consigliano di non vaccinarsi e loro invece si vaccinano. Gli chiedono di non ascoltare gli scienziati e loro invece li ascoltano. Gli dicono di ribellarsi contro la dittatura sanitaria e loro invece non si ribellano. Gli suggeriscono di non cedere alla retorica del green pass e loro invece il green pass se lo scaricano alla grande. C’è una costante inconfessabile in quest’ultima fase della pandemia e quella costante corrisponde a un’equazione quasi automatica, praticamente scientifica: la distanza siderale tra le battaglie astratte combattute dai nuovi e vecchi populisti e le battaglie concrete combattute dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani. E il meccanismo ormai è alla luce del sole: più i populisti sconsigliano di fare qualcosa e più gli italiani quella cosa invece la fanno lo stesso.

Ci sarebbero mille spunti che si potrebbero valorizzare per mettere a fuoco questo fenomeno, ma i più interessanti, che riguardano due notizie fresche, sono quelli che arrivano da due fronti che i populismi all’italiana hanno provato a presidiare, per fortuna senza successo. Il primo è quello che ha a che fare con il green pass, il secondo è quello che ha a che fare con i vaccini ai giovani. In entrambi i casi, i populismi all’italiana, ovverosia i compagni di giochi di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni, nel tentativo di strizzare l’occhio ai famigerati No vax, avevano suggerito di non farsi imbrogliare. In entrambi i casi, però, a farsi fregare dalla demagogia non sono stati gli elettori: sono stati ancora una volta i nostri due eroi.

 

Il caso del green pass è forse quello più eclatante. E nonostante i ripetuti tentativi da parte di Meloni e Salvini di sabotarlo, i risultati delle prime settimane di green pass sono notevoli (i dati che ha consultato il Foglio sono aggiornati al 23 agosto). Numero totale di green pass scaricati in appena un mese: 71.093.751 (alcuni lo hanno scaricato più volte). Numero di persone singole che hanno scaricato almeno un green pass: 42,8 milioni (di queste, 18,7 milioni hanno scaricato il green pass dal sito dgc.gov.it con tessera sanitaria o con Immuni, 12,8 milioni l’hanno scaricata con Spid o con un operatore sanitario, 9,3 milioni con la app Io). Significa che la quasi totalità dei vaccinati in Italia ha scelto di scaricare il green pass (41,5 milioni di persone hanno ricevuto almeno una dose su una base di circa 54 milioni di vaccinabili) e significa semplicemente che la politica che ha scelto di combattere il green pass ha scelto di essere dalla parte della minoranza dei No vax (sei contro il green pass se sotto sotto sei anche a favore dei No vax).

 

Il secondo caso interessante è quello che riguarda invece le vaccinazioni dei giovani. E nonostante i ripetuti appelli da parte della Lega e di Fratelli d’Italia a evitare di vaccinare gli under 40 (“Non consiglierei a nessuno sotto i 40 anni di fare il vaccino”, 18 luglio, Francesco Lollobrigida, capogruppo Fdi; “Sotto i quarant’anni il vaccino sia libero”, 19 luglio, Matteo Salvini) è successo che gli under 40 hanno fatto l’esatto opposto rispetto a quanto suggerito dalla Salvini Meloni Associati. E nella giornata di ieri è arrivato un altro dato interessante: la fascia d’età tra i venti e i ventinove anni ha superato come tasso di vaccinazione la fascia d’età compresa tra i 40 e i 49 anni dopo aver superato già un mese fa la fascia d’età compresa tra i 30 e i 39 anni.

I giovani si vaccinano, il green pass funziona, il senso di responsabilità continua a prevalere sul senso di irresponsabilità e per la prima volta da molto tempo a questa parte i populisti fanno notizia non solo per le fregnacce che sparano ma anche per non essere più in grado di praticare l’unica disciplina in cui sembravano eccellere: saper parlare alla pancia del paese. Populisti contro il popolo. E popolo contro i populisti. Difficile dire quanto durerà. Ma difficile per il momento non godersi lo spettacolo.

Di più su questi argomenti:
  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.