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In Puglia il M5S prima si concede il Tfr, poi si mobilita per toglierlo a tutti i politici

Michele De Feudis

I grillini in regione sono in preda alla confusione e alle crisi di coscienza. Gli anticasta pugliesi si sono trasformati in anti-benefici altrui. Per Laricchia "un timido tentativo di distrarre i militanti"

La toppa peggio del buco. Il M5S in Puglia, dopo aver votato la reintroduzione del Tfr per assessori e consiglieri regionali (con assegno retroattivo fin dal 2013), fa dietrofront e invoca - con una indecifrabile dichiarazione del capogruppo Grazia Di Bari - un intervento salvifico del governatore Michele Emiliano presso “il governo nazionale per l'abrogazione del trattamento di fine mandato a tutti livelli, a partire dai parlamentari, ai consiglieri regionali di altre regioni, ai sindaci”. Insomma i grillini prima votano la reintroduzione di un assegno di 35mila euro come trattamento di fine mandato che andrà nelle loro tasche e, dopo essersi giocati la verginità anticasta, chiedono che venga cancellato per tutti i politici.   

La Di Bari, che aveva anche firmato l’emendamento alla legge di bilancio regionale per introdurre la “normetta”, adesso ha quasi una crisi di coscienza, anche per la rivolta della base grillina, e annuncia che a settembre porterà in aula una mozione per impegnare Emiliano, addirittura in una battaglia nazionale, contro il Tfr per gli eletti in tutti i consessi, da Bruxelles ai municipi. La ratio della sua piroetta: “L’assegno del Tfm (trattamento di fine mandato, ndr) è riconosciuto in tutte le regioni, in parlamento, per i sindaci, per gli europarlamentari. Se questo istituto è illegittimo in Puglia - spiega al Foglio - è giusto che venga dichiarato tale per tutti”. E in vista del dibattito di settembre, con due proposte taglia-Tfr già presentate (una della dissidente Antonella Laricchia), la Di Bari conclude: “Non ci sottraiamo al dibattito. Non accettiamo però attacchi strumentali, anche perché sono noti i progetti sociali finanziati con le nostre restituzioni  di denaro, grazie al taglio degli stipendi”.

Antonella Laricchia, ex candidato governatore, registra la camaleontica posizione del Movimento: “Le dichiarazioni della Di Bari? Non so se le ho comprese del tutto… Fa un mezzo dietrofront dopo l’insurrezione dei portavoce: in realtà è un timido tentativo di distrarre i militanti. Eppure, con grande linearità, basterebbe che i 5S appoggiassero la mia proposta di legge per abolire il Tfr nella Regione”. L’ultima battuta della Laricchia è sul contesto nel quale i pentastellati ormai si muovono, sempre in simbiosi con Michele Emiliano: “Il Movimento dovrebbe emanciparsi dall’egemonia del governatore. I miei colleghi possono camminare da soli - chiosa con un pizzico di sarcasmo - Gli elettori ricevono ormai un costante messaggio per il quale il M5S in Puglia non ha autonomia e, in questo caso, ha bisogno di Emiliano per rimediare a un danno che ha contributo a fare, votando l’introduzione del Tfr…”.

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