editoriali

I rischi dell'“inevitabile” alleanza Pd-M5s

Redazione

Sul territorio non trovano candidati comuni e, quando ci riescono, perdono

Il Pd ha un duplice problema nel suo rapporto con il M5s. Il primo è che, secondo una linea di pensiero predominante che si è consolidata durante il governo Conte II, l’alleanza con il M5s è l’unica strada possibile per evitare di consegnare il paese “alle destre”. Il secondo problema è che questa alleanza organica e inevitabile, alla prova delle urne, non pare funzionare granché. Il battesimo è avvenuto nel 2019 in una chiesa sconsacrata di Narni, teatro della celebre foto, in occasione delle regionali in Umbria. E’ finita malissimo, ma si diceva che la prima non era da considerare. Si è replicato nel  2020 in Liguria, dopo un anno di governo insieme, ed è finita allo stesso modo. Anche in quel caso la disfatta è stata derubricata a “caso singolo” (in effetti, era l’unico caso in cui Pd e M5s erano alleati).

Dopo un altro anno, le cose non sembrano andare meglio. In Calabria si è ritirata la “candidata unitaria” imposta da Roma, perché il dem Nicola Irto non garantiva l’accordo col M5s. A Roma si corre divisi, perché è fallito il compito del fu (o del non ancora) leader M5s Giuseppe Conte di far ritirare la divisiva candidatura di Virginia Raggi. A Bologna i grillini si accodano al candidato del Pd Mattelo Lepore, in una città in cui sono impalpabili, dopo che il M5s non è riuscito a far perdere Stefano Bonaccini alle cruciali regionali del 2020. A Torino, il M5s della Appendino è in estrema difficoltà e ogni tentativo di accordo col Pd è fallito. A Milano il M5s è come se non esistesse. A Trieste, città del ministro contiano Stefano Patuanelli e della vicepresidente del Pd Debora Serracchiani, entrambi promotori dell’alleanza strategica, Pd e M5s correranno divisi. L’unico caso, tra le grandi città al voto, in cui gli alleati saranno alleati è Napoli, dov’è candidato l’ex ministro Gaetano Manfredi con buone possibilità di vittoria. Troppo poco. Pd e M5s raramente riescono ad allearsi e, quando ce la fanno, perdono. Se questa è davvero la strada obbligata per sconfiggere la destra alle prossime elezioni, potrebbe rivelarsi un vicolo cieco.

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