politica e social

Salvini contro Salvini. Possono convivere la federazione e la Bestia?

Marianna Rizzini

Mentre incontra Berlusconi sull'ipotesi di partito unico, il capo della Lega si mostra scatenato alla testa del suo carrozzone sui social. Cattaneo (FI): "Bisognerebbe concentrarsi su una comunicazione che mantenga una traiettoria di speranza"

Due Salvini in uno: il Salvini aspirante federatore e il Salvini che sui social parla come il se stesso di prima della presunta svolta, vuoi per convinzione vuoi per riflesso, modello braccio del Dottor Stranamore nel film di Stanley Kubrick. E insomma, mentre il leader della Lega dialoga con un Silvio Berlusconi che fa il triplo salto carpiato (non federazione, ma partito unico di centrodestra), quello che va in scena negli incontri al vertice e nelle piazze pre-elettorali – concordia e sorrisi – non combacia con quello che va in scena su Instagram e Facebook, dove Salvini si mostra scatenato alla testa del suo carrozzone-sistema comunicativo, anche detto “la Bestia”.

Ed ecco le parole contro il “pregiudicato clandestino e potenziale terrorista”, dette mentre l’altro Salvini, mansueto, incontra il Cav. per fare il punto sulle riforme. Ed ecco il commento su un episodio “allucinante”, scrive Salvini: “Un immigrato africano HIV positivo ha devastato la struttura a colpi di mazza e si è poi ferito da solo per succhiare il sangue con la bocca e sputarlo addosso ai poliziotti, con l’intento di infettarli! Un fatto bestiale e abominevole avvenuto a Torre Maura. E noi dovremmo accogliere e integrare gente simile?”. Ma possono convivere, i due Salvini, nella prospettiva di un orizzonte unico di centrodestra? Dice Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia ed ex sindaco di Pavia: “Berlusconi, fin dal primo giorno, ha cercato di innovare la politica in Italia. In questa logica, come Forza Italia, siamo disposti a portare i nostri valori e la nostra identità in un progetto comune, con chi ci sta. A livello di comunicazione, beh, noi abbiamo un’alta idea di politica, badiamo alla sostanza, senza per forza vedere sempre e comunque un nemico da annientare. Se guardiamo indietro, troviamo un Pdl dai tanti difetti, sì, ma che prendeva più della somma dei singoli partiti. Ecco, bisognerebbe concentrarsi su una comunicazione che mantenga una traiettoria di speranza. Siamo più piccoli della Lega, ma più coraggiosi; vogliamo metterci in gioco e non viviamo con il sentimento della paura”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.