"Lavorare, crescere, produrre". Ecco il discorso di Draghi da Sassuolo

In visita in Emilia Romagna, il presidente del Consiglio ha incontrato le imprese del distretto che produce il 90 per cento della ceramica italiana. Nel suo intervento, i segnali di ripresa e le misure che favoriscono gli investimenti

 

Vorrei ringraziarvi per avermi guidato questa mattina prima al Tecnopolo di Bologna e poi qui al distretto della ceramica di Sassuolo.
Questa Italia è viva, forte, e ha tanta voglia di ripartire. 
I mesi della pandemia sono stati molto duri – per i lavoratori e per le imprese.
Ma, grazie ai sacrifici degli italiani e alla forte accelerazione della campagna vaccinale, abbiamo davanti una fase nuova. 
Una fase di ripresa e fiducia, su cui costruire un Paese più giusto e più moderno.
E liberare le energie che sono rimaste ferme in questi anni. 

 

Come ha detto ieri il Governatore della Banca d’Italia, l’attività produttiva nel Paese si rafforza. 
Gli indici di fiducia delle imprese sono ai massimi da oltre tre anni 
Gli imprenditori pianificano investimenti, segno che sono tornati a essere ottimisti. 
Le famiglie sono per ora un po’ più caute, ma anche qui ci sono forti segnali di miglioramento. 
L’Ocse ha appena rivisto al rialzo le sue previsioni per l’Italia. 

 

Il merito è dei tanti distretti produttivi nazionali come il vostro, che in questi mesi difficili hanno sostenuto l’economia e oggi sono protagonisti della ripresa.
Qui si produce circa il 90% della ceramica italiana. 
Nel primo trimestre di quest’anno, questa industria è cresciuta di quasi il 9%, molto di più della produzione manifatturiera.
Il segreto di distretti come questo sta nella stretta collaborazione tra le imprese, nell’internazionalizzazione, nell’innovazione. 
Nel 2018 il vostro settore ha fatto investimenti per quasi il 10% del fatturato. 
È un esempio virtuoso: in media, le imprese italiane spendono intorno al 3%. 

Ed è un leader nel mondo: la produzione italiana di ceramica viene esportata per l’85%, per un valore di oltre 4,5 miliardi di euro, e copre circa un terzo del commercio internazionale del prodotto. 

 

Questo territorio è tra quelli che hanno mostrato la migliore capacità di rispondere alla crisi. 
E non mi riferisco solo a quella pandemica dell’ultimo anno, ma più in generale alla lenta crescita dell’ultimo decennio.
Tra il 2010 e il 2019, il Pil dell’Emilia-Romagna è cresciuto del 6,9%, a fronte di un aumento del Pil nazionale dello 0,8%. 
Il merito è la vostra vocazione produttiva, ma questa deve essere sostenuta con adeguate infrastrutture materiali e immateriali.

 

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e nel Fondo Complementare abbiamo stanziato quasi 30 miliardi per favorire la digitalizzazione e la competitività delle imprese. 
Di questi, quasi 18 miliardi sono previsti per realizzare il programma Transizione 4.0.
Oltre 2 miliardi riguardano gli investimenti ad alto contenuto tecnologico e per le politiche industriali di filiera.

 

Altrettanto importante è l’attenzione per la formazione e la ricerca. 
Investiamo oltre 12 miliardi di euro per sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo delle aziende, e per promuovere la ricerca, l’innovazione e la diffusione delle tecnologie. 
Questo ci consente di moltiplicare e di rafforzare le esperienze virtuose come il Tecnopolo di Bologna. 
Ci permette di fornire opportunità ai giovani ricercatori, di attrarre le migliori competenze, di rafforzare i legami tra ricerca e impresa.  

 

Il Pnrr prevede interventi per gli Istituti Tecnici Superiori, che presentano molte sinergie con il modello formativo dell’Emilia-Romagna e con l’industria della ceramica. 
Vengono potenziati il sistema duale e l’apprendistato, per rendere i sistemi di formazione più in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro.
Il programma di interventi nel settore edilizio previsti dal Pnrr e dal Fondo Complementare fornisce un’importante occasione di ripresa per la ceramica nei prossimi cinque anni. 
35 miliardi di euro sono dedicati al rifacimento e la riqualificazione di strutture edilizie pubbliche e private, in particolare l’edilizia scolastica e le abitazioni. 

 

Il decreto legge sulle semplificazioni approvato la settimana scorsa in Consiglio dei ministri rappresenta un cambio di passo essenziale per l’Italia. 
È vasto e complesso.
Riduce le incertezze e i tempi delle burocrazie.
Semplifica il lavoro dell’imprenditore e la vita del cittadino, senza indebolire i presidi di tutela dell’ambiente, del lavoro, della legalità. 
In particolare, il diritto alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro, fondamentali in una fase di ripartenza.
Ha avuto il sostegno e il contributo di tutte le forze politiche, sociali e sindacali, che vorrei qui ringraziare. 

 

Gli investimenti e le riforme del nostro Piano non impegnano solo il governo nazionale.
Coinvolgono tutti i livelli di governo territoriale e ogni energia produttiva del Paese.
Oggi siamo in un luogo di lavoro, di produzione, di successo.
È da qui che vogliamo partire per entrare insieme in questa stagione di ripresa e renderla duratura e sostenibile.

Perciò serve un’Italia unita nel desiderio di tornare a crescere e credere nel suo futuro.

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