Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio e Beppe Grillo durante una manifestazione del M5s nel 2017 (Ansa)

Anomalie italiane

Lo strano caso di un paese di populismi che ha trasformato il populismo in un nuovo tabù

Andrea Minuz

La Lega e il M5s, Orban, Trump e il Venezuela. E poi i poteri forti, la casta, le auto blu e i giornaloni. Da Gaber ai giorni nostri: "Qualcuno era populista"

Qualcuno era populista perché guardava solo Rete 4. Era populista perché vedeva la Cina o il Venezuela o l’Ungheria di Orbán o l’America di Trump come una promessa. Qualcuno era populista perché “è pazzesco, è la deflagrazione di un’epoca, è l’apocalisse dell’informazione, della tv, degli intellettuali, dei giornalisti” (Beppe Grillo sulla vittoria di Trump, 2017). Qualcuno era populista perché non c’era niente di meglio e perché chi era “contro”, era populista. Qualcuno era populista perché prendeva l’autobus e andava a piedi. Era populista perché “la decrescita felice” e la “disintermediazione”. Perché l’Europa, i poteri forti, la casta, le auto blu, i vitalizi, i voli di stato, i jet privati. Qualcuno era populista perché i “giornaloni”. Qualcuno era populista perché “Le Iene”, “Striscia la notizia”, “Piazzapulita”, “Non è l’Arena”. Qualcuno era populista perché laureato presso “l’università della vita”, per il golpe in Venezuela e perché Di Maio parlava a Harvard come “il primo esponente della destra populista invitato a parlare qui”. 

 


Qualcuno era populista perché prima, prima, prima, era fascista, e qualcuno era populista perché prima era comunista. Qualcuno era populista perché la Lega era una “costola della sinistra” e il M5s una forza dal “populismo gentile” (Massimo D’Alema). Qualcuno era populista perché era più populista degli altri. Qualcuno era populista perché era l’avvocato del popolo. Qualcuno era populista perché Conte era una brava persona, perché Dostoevskij e Puskin e Pasolini e Montanelli erano in fondo populisti. Qualcuno era populista perché ascoltava i bisogni della gente. Qualcuno era populista perché aboliva la povertà. Era populista perché “orgogliosamente populista”, perché non c’è più la destra e la sinistra, perché la democrazia digitale, il popolo del web, i blogger. Qualcuno era populista perché le scie chimiche, l’olio di colza, il 5G, i No vax. Qualcuno era populista perché voleva statalizzare tutto. Qualcuno era populista perché voleva fare il navigator, e qualcuno era populista perché voleva uscire dall’euro e dall’Europa. E ora? Anche ora ci si sente populisti, ma si è sempre meno populisti degli altri. Anzi, a dirla tutta populista sarai tu. La scienza ci riporta piano piano alla normalità, ci vuole competenza, misura, centralità del Parlamento, leadership, Europa. E Draghi al Quirinale.

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