Enrico Letta (foto Ansa)

passeggiate romane

Le mosse del Pd per il Colle

Si può scegliere il successore di Mattarella senza accordi con la Lega e FdI? Letta sfoglia la rosa

L’Europa vorrebbe Mario Draghi alla guida dell’Italia fino al 2023, cioè fino alla scadenza naturale della legislatura. Così almeno si scrive e si dice. Ma il presidente del Consiglio che cosa ha veramente intenzione di fare? In realtà non è ancora chiaro. Secondo una scuola di pensiero, quella di chi non lo vorrebbe al Quirinale e di chi pensa che comunque il paese non si possa concedere il lusso di elezioni anticipate un anno prima della scadenza, Draghi ha intenzione di onorare fino alla fine il suo impegno. Ma nei palazzi del potere, tra chi ha avuto modo di parlare con il premier, ha preso da poco tempo in qua a circolare un’altra vulgata. Quirinale o non Quirinale, Draghi e il suo governo, potrebbero considerare terminato il loro mandato una volta sconfitta la pandemia e fare un passo indietro a fine anno.

Comunque è, come sempre avviene in vista della scadenza del cambio della guardia al Colle, è il Quirinale a turbare le notti dei leader politici italiani. Si racconta, per esempio, che Enrico Letta avesse in animo di costruire una maggioranza in Parlamento per portare Romano Prodi al Quirinale. Solo che per ottenere questo scopo dovrebbe convincere Forza Italia perché i voti della cosiddetta maggioranza rossagialla non bastano dal momento che difficilmente Matteo Renzi potrebbe appoggiare questo tentativo. Serve perciò avere un altro forno. Quello di Forza Italia, però, si aprirebbe assai più facilmente per un altro possibile candidato: cioè Paolo Gentiloni. Anche il commissario europeo soddisfa i requisiti di Letta: elezione del nuovo presidente della Repubblica senza accordo con la Lega e Fratelli d’Italia. Cioè maggioranza Ursula per il Quirinale. Anzi Gentiloni li soddisferebbe ancora di più perché viene molto stimato anche da Forza Italia, Gianni Letta in primis.

Nello schema immaginato da Enrico Letta e da Giuseppe Conte non c’è quindi il Quirinale per Mario Draghi. Uno dei pochi che potrebbero essere votati tranquillamente anche dalla Lega. E che comunque tutti farebbero difficoltà a non appoggiare visto il ruolo che sta svolgendo adesso. L’altra opzione su cui stanno lavorando al Partito democratico, convinti che in un frangente così delicato occorra sempre avere un piano B, è quello della candidatura di una donna. A Letta, convinto sostenitore della parità di genere in politica, come ha avuto modo di dimostrare appena è stato eletto segretario, non dispiacerebbe l’ipotesi Marta Cartabia. Con l’elezione della ministra della Giustizia al Colle, peraltro, il governo potrebbe continuare tranquillamente fino al 2023 perché basterebbe solo cambiare una casella. Cartabia piace anche a Matteo Renzi. E non avrebbe l’ostilità di Forza Italia e della Lega. Certo così i vertici dem sarebbero costretti a cambiare schema di gioco rinunciando alla maggioranza Ursula per il Quirinale, ma comunque potrebbero portare a casa un risultato importante come l’elezione di una donna al Colle per la prima volta in Italia. Ma… già, c’è un ma… Che intende fare l’alleato del Movimento 5 stelle? Per Giuseppe Conte non ci sarebbe nessun problema. Lo stesso però non si può dire per un pezzo dei grillini. La nomina di Cartabia infatti è stata letta, a ragione, come la sconfessione della linea seguita fin qui sulla giustizia da Alfonso Bonafede.

Insomma i lavori in corso sul Quirinale proseguono a ritmo incessante e negli incontri riservati tra i leader dei diversi partiti tra uno scambio di opinioni sulle elezioni amministrative che verranno e sui procedimenti più importanti da mandare in porto entro la fine di questa legislatura, gli accenni alla partitissima del Colle si fanno sempre più frequenti…

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