Andrea Romano, deputato del Pd (foto Ansa)

Romano: "Morire in pace è il più basico dei diritti. Da Raggi grande arroganza verso chi soffre"

Luca Roberto

La vicenda dei cimiteri della Capitale e la denuncia del deputato del Pd: "Non riuscire a onorare un lutto è frustrante e ancor più doloroso"

"Non voglio fare polemica politica. Ci ho pensato a lungo. Se ho fatto quel tweet è perché mi sono sentito con la mamma di Dario, nostro figlio scomparso esattamente due mesi fa. E ci siamo detti: dobbiamo fare qualcosa, visto che nel frattempo non è accaduto niente. Non ci hanno dato alcuna risposta, nessuna tempistica". Il deputato del Pd Andrea Romano lo ha raccontato sui social questa mattina. Ha voluto rendere pubblico, con grande sobrietà ma con un'inevitabile ferocia, un lutto privato. Indirizzando il suo post nei confronti della sindaca di Roma Virginia Raggi, che da mesi non riesce a risolvere un problema enorme: nella capitale non si riesce neanche a morire in pace. Così che quello che per le famiglie è già di per se un momento straziante, con un sovrappiù di attesa infinita tramuta nel grottesco: si innescano tutta una serie di procedure burocratiche per cui dare una sepoltura ai propri cari, che hanno commesso l'unico errore di non esserci più, diventa quasi un miraggio. Storie come quella di Romano sono diventate di pubblico dominio in queste settimane: si finisce con l'aspettare mesi e mesi per ottenere risposte da Ama, che non ha gli impianti adeguati per provvedere alla cremazione nei cimiteri del Verano e del Flaminio e spesso costringe le famiglie a rivolgersi fuori Roma. Viterbo, Civitavecchia, sono alcune delle destinazioni. Una disfunzione grave che ha raggiunto il culmine all'inizio di quest'anno, dopo che il problema andava protraendosi da tempo. Se ne parlava addirittura nel 2017, al principio dell'amministrazione Raggi.  

 

"Morire in pace e avere una sepoltura dignitosa è un diritto molto basico. Non poterlo fare è davvero frustrante, aggiunge al dolore privato altro dolore", racconta Romano. Che nel post ha rimproverato la sindaca Raggi, per cui "la vergogna non sarà mai abbastanza". "Io sono di Livorno, ma mio figlio ventiquatrenne con la mamma viveva qui", racconta Romano. "Devo essere sincero: avevo sentito dai racconti degli altri, sui giornali, delle difficoltà di Ama negli ultimi tempi, ma quasi non ci credevo, pensavo non potesse essere possibile". E invece si è dovuto ricredere, in un momento in cui il giudizio sulla mala amministrazione della città dovrebbe essere l'ultimo dei suoi pensieri. A manifestare vicinanza colleghi di partito e non, con il Pd capitolino che sul tema dei ritardi ha chiesto alla sindaca Raggi un consiglio straordinario. “Non è una questione politica, ma di civiltà”, ha detto il segretario romano dei dem Andrea Casu.

 

L'Ama, da par suo, in un comunicato ha espresso vicinanza alla famiglia, e auspicato che la procedura possa concludersi entro maggio. Specificando che una circolare del ministero della Salute dello scorso gennaio “dispone che in questa fase emergenziale venga data la priorità alle prime sepolture rinviando operazioni cimiteriali non urgenti”.

"Non voglio tirarla in polemica politica, non è mia intenzione e quel post mi sono sentito di farlo solo dopo una riflessione. Ma quello che rimprovero alla sindaca è una grande arroganza, quasi volesse negare le difficoltà e il dramma che stanno vivendo alcuni cittadini. Forse questo, l'arroganza, è ancora peggio della strategia di rimozione che ha avuto questa amministrazione durante questi cinque anni". La sindaca l'ha cercata? "Non mi risulta. Ma non è questo l'importante. Spero che quel post possa aiutare a risolvere una situazione che per molte famiglie è diventata insostenibile". 

P.s.: in serata la Raggi ha espresso vicinanza, parlando di vicenda  ingiustificabile. Finalmente se lo dice da sola.

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