l'intervista

“Didattica in presenza fino al 70 per cento da subito”, ci dice la Gelmini

Luca Roberto

Il piano vaccinale e la strigliata a De Luca. Le richieste di Salvini e la ragionevolezza. I candidati del centrodestra per le città e le tensioni con la Meloni. Parla la responsabile per gli Affari regionali: “Sui trasporti pronto un tavolo con i ministri coinvolti”

Lo ripete più volte in questa intervista il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini. “Abbiamo voluto assegnare alla scuola una priorità assoluta. Per questo stiamo lavorando a stretto contatto con regioni, comuni ed enti locali per preparare la riapertura”. Dal 26 aprile gli studenti in presenza arriveranno a circa 7 milioni. E questo ha destato apprensione in più di qualche dirigente scolastico e presidente di regione. Solo ieri il ministro ha avuto un confronto con loro, altri ne avrà con la Conferenza unificata tra oggi e domani. Cos’è venuto fuori? “Stiamo lavorando perché nell’immediato almeno il 60-70 per cento degli studenti delle superiori possa tornare in Aula e, laddove sarà possibile, dobbiamo tendere al 100 per cento” afferma il ministro. Eppure i trasporti, con le immagini di mezzi sempre affollatissimi, continuano a infondere preoccupazione. “Col governo abbiamo stanziato oltre 300 milioni per il potenziamento del trasporto locale e ieri abbiamo istituito un tavolo tecnico con i ministeri dell’Istruzione, dei Trasporti, dell’Interno, per gli Affari regionali e naturalmente regioni ed enti locali”.

 

Dice Mariastella Gelmini: “Lasceremo adesso ai territori i margini di flessibilità richiesti, anche attraverso il coordinamento fra i tavoli prefettizi e i presidi”. Il limite di affollamento dei mezzi al 50 per cento, però, non sarà ritoccato, “a meno che il Cts non ce lo conceda”. Per le riaperture il governo sta preparando un decreto che sarà licenziato nelle prossime ore. Lunedì per altro sarà ripristinata anche la zona gialla, dopo oltre un mese di sospensione. Difende la differenziazione in fasce di rischio? “Credo abbia evitato l’imposizione di lockdown totali. La cosa importante da dire è che le riaperture saranno graduali, non sono il frutto dell’aritmetica politica bensì dell’aritmetica del virus. Non ci sono partiti che possono rivendicare vittorie e del resto non si tratta di un liberi tutti”, spiega il ministro.

 

E però alcuni in maggioranza, a partire da Matteo Salvini, già mugugnano: vorrebbero un’estensione del coprifuoco almeno alle 23. “Tutti noi amiamo le libertà, ma dobbiamo procedere per gradi. L’imperativo adesso è: vaccinare, vaccinare, vaccinare. Più si ridurranno contagi, terapie intensive e decessi e prima il coprifuoco sarà spostato in avanti e cancellato. Non è in discussione il ‘se’ ma il ‘quando’”. A proposito di campagna vaccinale, alcune regioni, come la Campania o la Puglia, si sono contraddistinte per una certa anarchia rispetto alle disposizioni del piano Figliuolo. “Non la definirei anarchia: all’inizio ci sono state delle criticità, perché il piano elaborato dal precedente governo non definiva i ‘servizi essenziali’. Ma con il generale Figliuolo c’è stato un cambio di passo, fino al record di quasi 370 mila somministrazioni di qualche giorno fa. La verità è che ci siamo trovati a programmare la più grande campagna vaccinale della storia senza materie prime”. Quindi nessuna tirata di orecchie alle regioni? “Più che dare pagelle, dobbiamo dare loro le dosi. Quando la Campania ha manifestato la volontà di piegare le priorità indicate dal governo, abbiamo ribadito la competenza statale in materia. E mi sembra che, dopo un’iniziale fase di difficoltà, si sia manifestata la volontà di marciare compatti”.

 

Il Recovery plan è l’ulteriore grande tema di questa fase. E’ vero, come dice la Meloni, che non avete coinvolto il Parlamento? Darete il giusto spazio alle regioni? A tal proposito, secondo Gelmini il governo sta marcando “una profonda discontinuità con quello precedente, che non aveva mai portato il Pnrr all’interno della Conferenza unificata stato-regioni-Anci-Upi. Pensi che solo nell’ultima settimana l’abbiamo convocata almeno tre volte. Ovviamente il tempo è poco, ma le regioni e gli enti locali verranno coinvolti anche nella governance. Quando poi si tratterà di attuare i progetti, il coinvolgimento sarà anche nella realizzazione vera e propria”. Quanto durerà il governo, le chiediamo. “Sono temi su cui m’interrogo poco. Gli obiettivi sono sempre stati sconfiggere il Covid e la recessione economica. Detto questo il nostro posto resta saldamente all’interno del centrodestra: non ci sono margini perché da questo governo nascano formule politiche alternative”. 
Eppure la Meloni non fa altro che attaccarvi. “Rispetto la sua scelta, ma non la condivido. Restare all’opposizione era molto più semplice, noi abbiamo preferito sporcarci le mani e governare con i nostri avversari storici: guardando più ai numeri del pil e dei vaccini, che non alle percentuali dei sondaggi”. Sul fronte delle amministrative del prossimo ottobre, invece, Bertolaso e Albertini sono i candidati giusti per Roma e Milano? “Si tratta di personalità eccellenti, ma a riguardo dovrà esprimersi tutta la coalizione, non soltanto Forza Italia”.

 

Visto che è diventato argomento di discussione di massa, cosa pensa della Superlega? “Condivido le preoccupazioni del premier Draghi. Siamo fortemente contrari, perché bisogna salvaguardare la funzione sociale dello sport e i campionati nazionali”. Le posso chiedere, in ultima analisi, cosa pensa del video di Grillo in difesa del figlio accusato di stupro? “Purtroppo è garantista a corrente alternata. Mi auguro che questa vicenda porti a una riflessione generale sul tema della gogna mediatica. E spero serva anche al M5s per cambiare pelle”.