Le reazioni politiche al viaggio di Draghi a Tripoli

“Si apre una stagione nuova per la Libia: è necessario unificarla, ricostruire l'economica e liberarla dalle milizie”, dice il sottosegretario Amendola. Le posizioni di deputati e senatori, dal Pd alla Lega, da FI a M5s

Roberta Benvenuto

Il viaggio di Draghi a Tripoli, martedì 6 aprile, è molto importante e simbolico. “Si apre una stagione nuova per il paese: è necessario unificarlo, lavorare sulla ricostruzione economica e liberarlo dalle milizie intervenute in questi mesi di guerra”, dice Vincenzo Amendola, sottosegretario agli affari europei. “Il viaggio di Draghi segna l'investimento dell'Italia e dell'Europa per ricostruire un'agenda di pacificazione verso le elezioni”.

 

Per il deputato Pd Matteo Orfini il processo di stabilizzazione è importante per tutti ma credo sia stato un “drammatico errore ringraziare la Libia per i salvataggi dei migranti perché lì ci sono lager, non salvataggi”. “Sbaglia chi sostiene che l'Italia chiuda gli occhi davanti alle violazioni dei diritti umani che purtroppo avvengono ancora in Libia”, ribatte il dem Andrea Romano. “Ma se ce ne andassimo non miglioreremmo la situazione. Il nostro abbandono sarebbe un incoraggiamento a chi continua a violare i diritti umani dei migranti”.

 

“I problemi della Libia si ripercuotono sull'Italia: immigrazione clandestina, approvvigionamento energetico...”, elenca Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia. “È ovvio che una politica estera assennata parta dalla Libia. Con riferimento al patto di amicizia italo-libico fatto da Berlusconi”.

 
Per Adolfo Russo (FdI), “siamo tornati al punto di partenza, come in un 'gioco dell'oca' purtroppo drammatico. Siamo tornati ai progetti di Berlusconi: all'autostrada della costa, a ciò che occorreva fare già allora perché l'Italia fosse protagonista in Libia e permettesse alla Libia di entrare nella modernità. Dopo due governi che hanno stravolto la politica estera del nostro paese, Draghi torna alle radici dell'Italia e al suo interesse nazionale. Un governo europeista e atlantista”.
 
“il governo, perché a Tripoli c'era anche il ministro Di Maio, si sta muovendo in un territorio difficile”, rivendica il deputato grillino Sergio Battelli. “In Libia la stabilità è fondamentale e questa fase è importante anche per il nostro paese”. Il M5s non è più filocinese o filorusso come nel primo governo Conte? “Il governo Draghi si è insediato con obiettivi chiari: portare avanti il patto atlantico, essere forti in Ue e con i nostri alleati storici. Ci sono poi gli interessi commerciali, di export in Cina, e bisogna tenere aperto un dialogo commerciale”.

 

Il leghista Massimiliano Romeo dice che la visita del premier serve anche “in chiave europea, non solo italiana. Le relazioni servono anche a contenere il fenomeno migratorio, dando anche sostegno alla Libia”. Una lega che si riscopre filoeuropea e filoatlantista? “Lo siamo sempre stati. Criticare l'Ue per migliorarla non significa essere contro, significa avere un'Europa migliore. È quello che abbiamo sempre sostenuto”.

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