Viaggiatori all'aeroporto di Malpensa, Milano,lo scorso agosto (LaPresse)

Dopo le polemiche

Tamponi e quarantena anche per chi rientra dai viaggi in Ue. La decisione di Speranza

Ruggiero Montenegro

Dopo le aperture dei giorni scorsi, il governo chiede cautela a chi decide di partire per l'estero (2 viaggiatori su 10, stando ai dati Istat del 2018). Sullo sfondo le polemiche degli albergatori e dell'opposizione, che chiedono di riaprire anche i confini tra le regioni 

“Quarantena e tampone anche per chi rientra dall'Unione europea”: Roberto Speranza è corso ai ripari, firmando poco fa un'ordinanza in base alla quale occorrerà effettuare un tampone in partenza, osservare una quarantena di 5 giorni al ritorno e poi un ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni.

 

 

La decisione del ministro Speranza arriva dopo le polemiche sollevate nei giorni scorsi, con Federalberghi tra i protagonisti più accesi, che aveva aspramente criticato la decisione del governo di permettere viaggi all'estero e gli spostamenti tra regioni ma solo per raggiungere porti e aeroporti. “Gli alberghi e tutto il sistema dell'ospitalità italiana sono fermi da mesi, a causa del divieto di spostarsi da una regione all'altra. Non comprendiamo come sia possibile autorizzare viaggi oltre confine”, ha detto ieri il presidente Bernabò Bocca. La richiesta degli albergatori è che la logica alla base dell'autorizzazione dei viaggi all'estero sia estesa ai confini nazionali, perché “se è vero, come è vero, che le persone vaccinate o con tampone negativo sono a basso rischio contagio, allora questa logica deve essere applicata anche da noi, così come alla possibilità di frequentare terme, riunioni, fiere e congressi”.

 

Per inquadrare il tema, e soprattutto l'impatto di queste decisioni sulla diffusione del virus, bisogna tuttavia considerare che la quota di viaggiatori che dall'Italia va all'estero è piuttosto limitata rispetto a quella che si muove tra i confini nazionali: in tutto il 2018, due viaggi su dieci erano all'estero, una cifra che sale fino al 23,8 per cento nel 2019. La dinamica si fa ancora più chiara considerando i dati relativi alle vacanza pasquali dello stesso anno, le ultime in cui è stato possibile muoversi liberamente. In quell'occasione, ricostruiva proprio Federalberghi, degli oltre 21 milioni di italiani in viaggio, l'87 per cento aveva scelto di restare in Italia.

 

Il dibattito politico


Ieri sera era stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, a Tg2 Post, ad anticipare l'ordinanza di questa mattina, ribadendo l'invito a non abbassare la guardia: “Quello che noi abbiamo chiesto è rimanere a casa, chi va all'estero e rientra deve fare un tampone all'andata e al ritorno, rientra nelle regole della mobilità europea”. Il rischio è quello di importare “varianti” dall'estero che potrebbero rallentare o mettere a rischio l'efficacia di una campagna vaccinale che, al netto degli annunci, stenta ancora a decollare. Per questo, ha precisato ancora il ministro, non si tratta di un via libera: “Non stiamo assolutamente consigliando di andare all'estero, anzi sconsigliamo di spostarsi perché siamo in una fase difficile”.

Sul fronte delle opposizioni, è stata Giorgia Meloni ad attaccare l'ordinanza del ministero della Salute. “È inaccettabile, non mi posso muovere fuori dal mio Comune ma posso volare alle Canarie. Mentre nazioni come Grecia e Spagna si organizzano da mesi per far ripartire il turismo in sicurezza, in Italia il governo continua a navigare a vista e impedisce agli operatori di avere prospettive e programmare la stagione estiva. Con paradossi clamorosi denunciati da Federalberghi e che finiscono per avvantaggiare i nostri competitori". Sono state le parole della leader di Fratelli d'Italia, che ha poi concluso:  "Il governo ascolti le nostre proposte, a partire dal certificato verde digitale".

 

La ricetta europea per il turismo: il Digital green pass

La soluzione del passaporto europeo, in cantiere già da qualche mese, dovrebbe essere realmente operativa a partire dal 15 giugno: sarà un documento, in formato digitale o cartaceo, che permetterà a tutti coloro che hanno ricevuto il vaccino di viaggiare, prendere aerei con più facilità, ma anche di partecipare a concerti ed eventi. Uno strumento che si inserisce nella strategia europea, ma non sarà obbligatorio, ha spiegato due giorni fa Thierry Breton, commissario europeo al mercato interno e capo della task force sui vaccini: "Sarà dotato di codice Qr e indicherà il tipo di vaccino ricevuto, se si è stati portatori della malattia e se si hanno gli anticorpi". L'obiettivo della Commissione è quello di "ritrovare la capacità di convivere senza essere un rischio e avere la capacità di riaprire", ha detto ancora Breton, che ha poi aggiunto come "allo stesso tempo stiamo sviluppando la capacità di eseguire test antigenici rapidi".  In attesa dei vaccini.

 

Di più su questi argomenti: