Matteo Salvini (foto Ansa)

Tutta la fatica di Salvini a sostenere un governo cauto sulle riaperture

redazione

"È impensabile tenere chiusa l'Italia ad aprile", ha scritto il leader della Lega dopo la conferenza di Draghi. Innescando i tweet indignati di Borghi & Co.

"Riaprire dal 7 aprile in poi? È desiderabile. Dopo di che, quando, se e come dipende dai dati che abbiamo a disposizione". A precisa domanda Mario Draghi ha dato precisa risposta. E chi come Matteo Salvini si aspettava una conferenza stampa in cui il presidente del Consiglio avrebbe annunciato una riapertura imminente del paese, è rimasto deluso. "È impensabile tenere chiusa l’Italia anche per tutto il mese di aprile", ha scritto a caldo su Facebook il segretario della Lega, dopo che il ministro della Salute Speranza annunciava che fino alla fine del mese non ci sarebbero state deroghe alla classificazione per fasce di rischio, che attualmente escludono la zona gialla. "Nel nome del buonsenso che lo contraddistingue - e soprattutto dei dati medici e scientifici - chiediamo al presidente Draghi che dal 7 aprile, almeno nelle regioni e nelle città con situazione sanitaria sotto controllo, si riaprano (ovviamente in sicurezza) le attività chiuse, a partire da ristoranti, teatri, palestre, cinema, bar, oratori, negozi. Qualunque proposta in Consiglio dei Ministri e in parlamento avrà l’ok della Lega solo se prevederà un graduale e sicuro ritorno alla vita", aggiungeva Salvini. Dando il via a una serie di prese di posizione della galassia leghista che da subito sono suonate come l'intestardirsi in un vicolo cieco: riaprire, riaprire, riaprire. 

 

È quanto ad esempio hanno rivendicato sin da subito il deputato Claudio Borghi e il senatore Armando Siri. Il primo con il solito aplomb che lo contraddistingue. "Mi sono ROTTO LE PALLE della CABINA DI REGIA. Che cazzo vuol dire che la "cabina di regia" ha deciso? Poi la gente GIUSTAMENTE viene a chiederne conto a me. O si mette nella cabina di regia una rappresentanza del Parlamento o, MEGLIO, si decide nelle commissioni", ha scritto su Twitter dopo aver dato in escandescenza per la notizia delle mancate riaperture. E riavendosi solo dopo che Draghi ha specificato che "faremo un decreto ora sulla base di dati disponibili oggi, ma continueremo a seguire questi dati, non escludo cambiamenti in corsa. La situazione va monitorata giorno per giorno".

 

Draghi ha anche risposto, nell'appuntamento con la stampa, a una domanda sul ministro del Turismo, il leghista Massimo Garavaglia, che ha invitato gli italiani a prenotare le vacanze estive. "Sono d'accordo, se potessi andarci ci andrei volentieri", ha liquidato la faccenda il premier. Salvini subito dopo ha virato imbarazzato su altro. "Tasse e parità di condizioni per le multinazionali del web, bene Draghi, avanti così. Imprenditori, artigiani e commercianti italiani, se la concorrenza è leale, non hanno rivali al mondo" ha twittato per distogliere l'attenzione dal tema delle chiusure. Sembrando, invero, ancor più imbarazzato e in difficoltà nel difendere come sue le scelte di questo governo.

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