Del vaccino non si butta via niente. Cosa fare con le dosi di chi salta il turno

Gianluca De Rosa

"Dosi buttate? Meglio vaccinare il primo che passa”, dice il commissario Figliuolo. I casi di Lazio, Toscana e Treviso e quello che hanno fatto Tel Aviv e New York

"Voglio approfondire la questione delle dosi buttate. Bisogna utilizzare il buonsenso: se ci sono le classi prioritarie che possono utilizzarlo bene altrimenti si va su classi vicine o sennò su chiunque passa; questo bisogna fare”. Per evitare il rischio di sperperare anche solo una goccia di vaccino, il generale Francesco Paolo Figliuolo ha le idee molto chiare: vaccinare, vaccinare, vaccinare. Anche quando le persone non si presentano è meglio avere sempre qualcuno che possa prendere il loro posto. Una “panchina” di cittadini pronti ad entrare in campo al momento giusto per la buona riuscita del piano vaccinale nazionale. Tutti e tre i farmaci sinora utilizzati infatti non possono essere conservati a lungo dopo l’apertura delle fiale che contengono - in tutti i casi - diverse dosi.

La notizia del piano del commissario all’emergenza è filtrata in mattinata. L’idea sarebbe quella di chiedere a tutte le regioni di stilare liste di “riserve” da chiamare all’ultimo momento qualora i prenotati non si presentino senza avvertire.

 

Il metodo d’altronde è consolidato. Lo ha utilizzato Israele nella sua campagna di vaccinazione di massa. In Italia la Regione Lazio (che dalla task force israeliana alla pandemia ha ricevuto molti consigli) lo ha già implementato da alcune settimane: ognuno dei 90 punti vaccinali ha delle liste di “panchinari” pre-compilate dalle singole Asl, sulle quali dunque i medici non possono in alcun modo mettere le mani (per vitare il rischio "furbetti del vaccino", con dosi che non si sa che fine fanno). Le liste comprendevano all’inizio i medici di base, mentre oggi sono per lo più composte da persone che verrebbero vaccinate nei giorni successivi o da cittadini che attendono la somministrazione domiciliare e che nel pomeriggio vengono raggiunte dalle Uscar per la somministrazione del vaccino “avanzato” (questo rende anche più semplice la reperibilità all’ultimo minuto).

 

Fino a ora la procedura ha funzionato, anche se, ammettono dalla Regione, i numeri non sono poi così rilevanti. In Israele infatti la percentuale dei “no show” era tra l’8 e il 10 per cento, mentre in Lazio, almeno fino a qualche giorno fa, quando ancora non si era diffuso alcun allarme sul vaccino AstraZeneca, le percentuali di rinuncia erano molto più basse: uno, massimo due per cento.

 

Con la psicosi (dopo lo stop della Germania e dell’Aifa) sui vaccini Astrazeneca però le cose sembrerebbero aver preso un’altra piega. Segnalazioni di abbandoni dell’ultimo minuto si registrano in tutta Italia. Un caso emblematico è avvenuto in Veneto.

 

Nei giorni scorsi l’Usll 2 di Treviso, l’azienda sanitaria della provincia, ha convocato in fretta e furia i giornalisti del territorio: 3mila tra docenti e personale scolastico avevano per paura rinunciato al vaccino Astrazeneca, urgeva trovare qualcuno per sostituirle. Così l’Usll ha inviato una comunicazione ai cronisti del territorio: "I giornalisti assistiti dall'azienda sanitaria Ulss 2 di Treviso possono, fino alle 18 di oggi, sottoporsi a vaccino Astrazeneca viste le dosi a disposizione in data odierna”. Una lista alternativa improvvisata - in stile Figliuolo - che però ha creato non poche polemiche. Il vantaggio di liste di riserva infatti è quello di evitare che a redigerlo sia qualcun altro con criteri sin troppo personali (forse si spiega anche così il milione di vaccinati che non sono né operatori sanitari, né insegnanti, né forze dell’ordine, né, soprattutto, over 80). E se è vero che il commissario ha detto chiaramente che è meglio vaccinare “il primo che passa” piuttosto che buttare le dosi, meglio ancora sarebbe vaccinare secondo criteri razionali.

   

Un piano lo ha la Regione Toscana che nei prossimi giorni conta di implementare una piattaforma unica dove le “riserve” del vaccino potranno prenotarsi accettando di poter essere chiamate a poche ore dalla somministrazione. Un metodo che ricorda da vicino quello sperimentato nello stato di New York con DoctorB, un’applicazione in cui chiunque poteva prenotarsi come “tappabuchi” seguendo la stessa unica ma essenziale regola: andare appena ti convocano. La Toscana farà pressappoco la stessa cosa, anche se qui per prenotarsi ci saranno comunque dei criteri: potranno farlo solo a coloro che fanno parte delle categorie o delle fasce d’età per cui è già partita la campagna di vaccinazione.

 

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