Fiducia e legittimità, quel che manca all'Italia
Gli Stati Uniti e noi, due sistemi diversi. Là la politica forma le corti, ma tutti hanno fiducia bipartisan nel fatto che le toghe saranno imparziali esecutori della legge. E poche regole, ma sanzioni certe se le infrangi
Quando i francesi votano il presidente, a pochi minuti dalla chiusura delle urne in tv si assiste al gioco delle immaginette sovrapposte sullo sfondo del Palazzo dell’Eliseo, l’ultima volta il mezzobusto di Marine Le Pen e quello di Emmanuel Macron, e subito dopo un istante di suspense appare il volto di chi ha vinto. Notaio, funzionario e prefetto sono la nostra triade euronapoleonica. Negli Stati Uniti, come stranoto, non si conta il voto popolare con metodo centralizzato, con il contorno di un facile gioco di proiezioni statistiche e l’esito in tempo reale, si contano i voti dei singoli stati che inviano una delegazione di grandi elettori nel Collegio elettorale. Sicché tutto è più lungo e complicato, c’è il numero magico di 270 da raggiungere per diventare presidente eletto, il dubbio sugli stati in cui i risultati, quando non ci sia una valanga per l’uno o per l’altro, sono in bilico, e infine c’è il ruolo di controllo e decisione sulla conta da parte dei giudici, a volte più cavallerescamente con Bush vs Gore nel 2000 e a volte più cupamente e minacciosamente come con Trump vs Biden or ora.
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.