Mario Draghi, il migliore degli uomini di stato
Non un economista, non un messia. Con il “whatever it takes” ha detto “lo stato sono io”. Più politico di così
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Draghi cita Keynes ma ci ricorda l'importanza del lungo periodo per i giovani
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Il gran bel discorso di Mario Draghi al meeting di Rimini
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Giovani e debito pubblico. La ricetta di Draghi è un'agenda per il futuro del paese (e del governo)
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I luoghi comuni con cui gli adulti guardano ai giovani, solo per autoassolversi
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Quando fare debito non è solo una cosa buona, ma è anche necessaria
L’enigma Draghi è il tema, oltre che il titolo, di un ottimo libro di Marco Cecchini, per Fazi, che ha la fortuna di uscire proprio adesso con il suo carico di informazioni. Il libro è come si dice “ufficioso”, il personaggio ritratto non c’entra con la sua composizione, non è una versione ufficiale, ma si sente la mano dell’insider, e questo è il bello dell’ufficiosità, stai dentro gli enigmi, almeno un po’, invece che fuori. Non è agiografia ma è buona apologia, difesa di un’immagine e delle idee che si porta dietro, senza fede e senza irrisione. Il libro è a doppia lettura. Draghi è un romano cattolico e papista che ha studiato dai gesuiti del Massimo, come Montezemolo e Magalli, con diversi risultati. Si è innamorato dei numeri, l’astrazione più intrisa di materia che ci sia, e ha incontrato un leggendario professore di keynesismo (lo stato deve correggere il mercato, la storia è materia economica), Federico Caffè. Poi in America (east coast) ha incontrato un’altra leggenda, Franco Modigliani, il cui unico neo è che gli fu comminato un premio Nobel, ma per il resto ha saputo adattare keynesismo e teoria classica e si è barcamenato con saggezza tra socialisti e liberisti.
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.