C'è un vaccino per il virus del sospetto
Il Covid ha spazzato via la fuffa demagogica che per una lunga stagione ha messo alla gogna il mondo della farmaceutica, un settore che oggi invece l’Italia può vantare come un modello agli occhi del mondo. Una speranza anche per la ripresa
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C’è stato un tempo non troppo lontano in cui la politica della demagogia non perdeva occasione per diffondere sui propri canali di comunicazione messaggi demolitori e intimidatori contro le famose e famigerate case farmaceutiche, accusate anche in tempi recenti di qualsiasi nefandezza: di essere delle oscene lobby assetate di potere, di essere delle piovre attaccate alle casseforti della politica, di essere pericolosi veicoli di vaccini mortali, di essere dei furfanti specializzati solo nel pagare i media per far chiudere la bocca agli eroici campioni della dottrina No vax. C’è stata una stagione, non troppo lontana nel tempo, in cui il mondo della farmaceutica, in Italia, si è trovato costretto ad affrontare quotidianamente una sorta di processo davighiano, in base al quale ogni tassello facente parte del mosaico della farmaceutica non poteva che essere considerato come colpevole fino a prova contraria di ogni genere di oscenità. Quella stagione, complice l’arrivo della pandemia, è una stagione ormai archiviata e se c’è una lezione che gli italiani, e non solo loro, hanno imparato dalla convivenza con il Covid è che il mondo della farmaceutica più che essere osservato con le lenti della cultura del sospetto merita di essere osservato con le lenti della cultura della speranza. E il ragionamento vale la pena di essere approfondito per almeno due motivi.
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- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.