La rabbia dei panchinari M5s e Pd che sognano il rimpasto per entrare nel Governo
Pinotti, Delrio e Orlando vogliono tornare a fare i ministri e i grillini Buffagni, Cancelleri e Castelli ora vogliono la prima fila. Così hanno una parola buona per tutti: Patuanelli? “Mollusco”, Azzolina? “Tragedia”, Fraccaro? “Fantasma”, D’Incà? “Piddino”
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Il Pd ha tenuto fuori i suoi ex ministri, Delrio, Pinotti, Orlando che ora vogliono entrare, visto che il governo dura. E il M5s ha tenuto fuori le sue seconde file, Buffagni, Castelli, Cancelleri, i sottosegretari che ora ovviamente vogliono raggiungere anche loro la prima fila. E così tutti insieme, adesso, questi uomini e queste donne così diversi tra loro, compongono una specie di gruppo di spinta, come nella meccanica idraulica, in pratica sono i tallonatori, come nel rugby, vogliono un ministero come quelli invece cercano di acchiappare la palla ovale sul campo verde. E dunque al telefono, sotto l’ombrellone o a bordo piscina, maneggiano senza cautele la parola “rimpasto”, che scintilla ai loro occhi come una promessa di felicità, al punto da aver dato origine, sulle pagine dei quotidiani assetati d’una crisi senza crisi, all’unico vero tormentone estivo in mancanza di balli di gruppo e di hit musicali di rilievo che scandiscano le giornate monotone sulla spiaggia.
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- Salvatore Merlo
Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.