Perché Mes sì
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Roma. “Il Mes è forse il primo importante strumento di solidarietà europea, in linea con i principi fondamentali dell’Unione descritti da Robert Schuman; ecco, il Mes è la rappresentazione e l’incarnazione finanziaria di questo concetto: prende i soldi dai mercati e li redistribuisce ai paesi in difficoltà”. Cosimo Pacciani, già dirigente del Fondo salva stati, dove è stato capo del risk management, co-autore di un policy paper dell’associazione Minima Moralia su come l’Italia potrebbe usare il Mes, spiega al Foglio perché sarebbe un errore rinunciare al prestito a tassi super agevolati, sul quale Giuseppe Conte e il M5s tentennano non poco. Anzitutto, bisogna aggiustare le molte inesattezze ripetute da giorni da M5s e Lega: “Non è vero, come sostengono i sovranisti, che se uno stato utilizza i soldi del Mes cede sovranità o si mostra debole agli occhi degli altri, anche perché la sovranità monetaria è già passata alla Bce. E comunque stiamo parlando di 36 miliardi su 2.400 di debito italiano, che già beneficia dell’intervento della Bce stessa”. Come a dire, i problemi sono a monte: “Il Mes da solo naturalmente non basta a salvare un paese, visto che ha una capacità finanziaria di 500 miliardi di euro in totale. E’ sicuramente un rimedio parziale e potrebbe essere una soluzione solo temporanea”.
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- David Allegranti @davidallegranti
David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.