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Il cosiddetto taglio dei vitalizi "fu una decisione pessima", ci dice Zanda

David Allegranti

La Commissione contenziosa del Senato ha annullato la delibera del Consiglio di presidenza che, il 16 ottobre 2018, aveva deciso di tagliare gli assegni mensili di ex parlamentari

Roma. “Non ho ancora letto i contenuti della Commissione contenziosa, quindi parlo solo sulla base dell’annuncio pubblico che è stato fatto. Debbo però dire che l’allora decisione presa dagli organi del parlamento fu pessima”, dice al Foglio il senatore del Pd Luigi Zanda commentando il voto della Commissione contenziosa del Senato che ha annullato la delibera del Consiglio di presidenza dell’ottobre 2018 che aveva colpito gli assegni per gli ex parlamentari. “Per molte ragioni”, aggiunge l’ex tesoriere del Pd, che recentemente si è dimesso dalla carica di partito per diventare presidente della società editoriale che pubblica il nuovo quotidiano Domani. “La prima è che i vitalizi non ci sono più dal 2012; la seconda è che decisioni di quella natura devono essere prese per legge, non da un gruppo di pochi parlamentari; la terza ragione è che dietro c’era una volontà politica che considero molto pericolosa: la trasformazione della democrazia parlamentare in una democrazia cosiddetta diretta”.

 

Per raggiungere questo obiettivo “è stata messa in atto una sistematica demolizione delle prerogative parlamentari, compresa la decisione di toccare un regime di indennità che vige da decenni e che attiene ai parlamentari nell’esercizio della loro funzione legislativa”. Si colpì dunque pensioni e vitalizi, una scelta “che ha avuto in molti casi una rilevanza umana molto grave, perché sono stati toccati gli assegni mensili di ex parlamentari molto avanti nell’età, alcuni anche in condizione di salute molto cagionevole”. Ex parlamentari, dice Zanda, “che si sono visti ridurre in modo inumano quello che era il loro unico mezzo di sostentamento. Io personalmente conosco molti di questi casi. È stata un’offesa alla dignità e alla possibilità di sopravvivenza di persone che hanno dedicato parti molto ampie della loro vita, e con onore, alla Repubblica e al potere legislativo”. Quindi, dice l’ex tesoriere del Pd, “qualsiasi misura che vada a rivedere quella pessima decisione, noi la dobbiamo salutare con molto favore”. 

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.