Calcoli e garantismo
“Gli avversari non si sconfiggono in tribunale”. Ma nella scelta di Renzi su Salvini c’è anche della tattica
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Il risiko delle nomine
Roma. Verrebbe da liquidarla subito così, citando quel Matteo Orfini che spesso Matteo Renzi amava tirare in ballo, e che di recente ha ripreso a blandire: e dire insomma che “quando si entra nel merito non c’è più la politica”. E per Renzi, invece, soprattutto per questo Renzi, esiste solo la politica. “E noi è con la politica, nell’agosto scorso, che abbiamo mandato a casa Salvini”, rivendica Roberto Giachetti, deputato di Iv, “mentre in una certa sinistra persiste il vizio di sconfiggerli per via giudiziaria, gli avversari”. E tuttavia “nel merito” bisogna pur entrarci, per sgomberare almeno un po’ di ipocrisie da questa commedia degli equivoci in cui ciascuno gioca un ruolo che non gli si confà. E allora ecco Giuseppe Cucca che arriva a Palazzo Madama col suo bel faldone di fogli e precisa: “La vicenda va chiarita meglio, perché è più controversa di quelle precedenti”.
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