Milano dall'emergenza a una ripartenza. Ecco il piano che serve
Parla il sindaco Beppe Sala. Mobilità, scuole, lavoro (e servirebbero più dati)
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Milano. Si sentirebbe “più confortato” se la sua città potesse disporre di dati ufficiali più attendibili sull’epidemia. Perché il numero dei nuovi contagiati che esce dai bollettini della sera, in decine di migliaia, è frutto soprattutto di tamponi negli ospedali e si scontra con le stime dei virologi secondo cui i contagi sarebbero 10 o 20 volte tanto: da 100 a 200 mila milanesi. E “se le nostre riflessioni sull’aprire e chiudere si basano sul numero di contagi che vediamo la sera peggio mi sento”, ha detto il sindaco Beppe Sala nel suo consueto video da Palazzo Marino ieri mattina. Messaggio alla regione – che gestisce la Sanità, e i rapporti tra i due palazzi sono quel che sono – ma Sala non ha voglia di polemiche. Pensa invece al 4 maggio, e preferirebbe ci fosse un piano per test e statistiche più preciso. “Ogni sera, dall’inizio, chiamo un po’ di medici”.
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- Maurizio Crippa
"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.
E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"