Non esiste il whatever it takes europeo
Le Borse crollano. Gli spread si alzano. Le economie soffrono. E quando la crisi sarà irreversibile anche gli anti europeisti capiranno che errore è stato non aver rafforzato in questi anni l’Ue. Perché l’Europa non ha gli strumenti per comportarsi come Draghi
-
Un vaccino per l'economia
-
Un piano Marshall europeo da 100 mld per aiutare le economie dei paesi infettati
-
Il coronavirus mette alla prova la comunicazione delle imprese
-
Il virus e gli altri
-
Italia Borsa aperta
-
“Dall'11 settembre a Lehman. Ne ho viste di crisi, ma mai come questa". Parla Miro Radici
-
L'economia può ripartire, ma prima bisogna fermare il virus
-
“Basta contrapposizioni, serve unità nazionale” dice Centemero (Lega)
-
Parlare di Draghi non è una grande idea
L’emergenza economica generata dall’impatto del coronavirus sulle nostre vite – e dalle severe misure adottate da governi come quello italiano per tentare di contenere il più possibile la pandemia – ha avuto l’effetto di accendere una luce improvvisa su quelli che potremmo cinicamente definire i virus della nostra economia. L’Italia, lo sappiamo, subisce più di altri paesi gli effetti del coronavirus (ieri lo spread ha oscillato tra i 180 e i 190 punti base, la Borsa ha perso oltre il 3 per cento) per via di un’economia che di fronte a un’influenza pericolosa si comporta esattamente come le persone che si trovano avanti con l’età e con molti acciacchi alle spalle: difficoltà a gestire gli choc esterni (causa debito alto e produttività bassa) e difficoltà a riprendersi dopo un malanno (causa crescita bassa). Di fronte a una crisi che potrebbe però contagiare presto anche il resto d’Europa – quando il numero di casi registrati oggi in Italia verrà rilevato anche in Francia e Spagna è difficile pensare che i governi prenderanno provvedimenti diversi rispetto a quelli adottati dall’Italia – concentrarsi solo sui problemi ereditati dal passato da un singolo paese non è più sufficiente per inquadrare la dimensione della questione. E il problema vero di fronte a cui si trova oggi l’Europa non riguarda i limitati strumenti che ha in mano un singolo paese per curare un grave malanno ma riguarda gli strumenti che ha l’Europa per aiutare i paesi ammalati a superare alcune difficoltà.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.