Il deputato di Forza Italia Matteo Perego (foto LaPresse)

No alla quarantena di Forza italia

Valerio Valentini

Quattro 40enni di FI si smarcano e offrono un patto al governo: “Non vogliamo morire d’inerzia”. Nomi e idee

Roma. Non chiamateli responsabili. “Se proprio dovete darci un’etichetta – dicono – chiamateci ‘i quarantenni’”. E allora Matteo Perego, deputato, subito s’impunta: “Io ne ho 38, a dire il vero”. Come che sia, la visione è comune: “Noi, giovani liberali di Forza Italia, non vogliamo morire d’inerzia”. Ed eccoli qui, Perego, Maurizio Carrara e Antonio Martino, che si ritrovano a condividere l’idea lanciata giorni fa sul Foglio dal loro amico e collega Alessandro Cattaneo: “Sì, su un programma per il rilancio dell’economia noi ci siamo”.

 

La recessione incombe, del resto. “Nel mio solo settore – dice Perego, imprenditore milanese nel campo della moda – rischiamo di perdere 270 milioni in 6 mesi a causa del coronavirus. Se pensiamo agli effetti che l’emergenza produrrà sull’intero sistema economico, è evidente che non possiamo opporci a un governo istituzionale per salvare il paese”. Maurizio Carrara, classe ’74, deputato toscano, la mette giù ancora più brutale: “Dobbiamo dissequestrare il paese e fare uscire gli italiani dalla morsa della paura. Tamponiamo l’emergenza delle imprese che tra pochi giorni si troveranno a dover scegliere se pagare i dipendenti o pagare le tasse visto il mancato flusso di cassa dovuto alla caduta verticale del fatturato, permettiamo loro di dilazionare il pagamento che scadrebbe il 16 marzo. E chiediamo all’Europa un po’ di flessibilità per mettere in atto misure espansive, necessarie in questa emergenza”. E poi, per Perego, c’è la questione internazionale: “Gli ultimi due governi ci hanno delegittimato come paese membro del G7”. Ed è insomma in questo fermento ancora indefinito che matura anche la svolta di Mara Carfagna, che al termine di una giornata convulsa – a sera, molti deputati di FI spingeranno per dare il proprio sostegno al governo, in un voto segreto che potrebbe così sancire l’allargamento del perimetro della maggioranza – arriva a benedire l’idea giorgettiana del governissimo. Prima che, beninteso, il Cav. si faccia sentire per bloccare tutto. “Ma nel partito il vento sta cambiando”, rivendica Antonio Martino, 43enne imprenditore abruzzese. “Il 70 per cento dei gruppi è composto da parlamentari nuovi che vogliono lanciare una nuova stagione di protagonismo per i liberali italiani. Per la vecchia guarda c’è il massimo rispetto, ma non possiamo certo restare ostaggio del loro ostruzionismo”.

 

Governissimo, dunque? “L’emergenza economica – ragiona Carrara – sarà ben più grave di quella sanitaria, ed è per questo che è necessario un percorso bipartisan, di responsabilità nazionale che ci consenta di mettere in atto velocemente misure che possano scongiurare la recessione”. “Salvini e Meloni sono molto bravi nell’individuare i problemi: questa è l’occasione per provare a risolverli”, dice Martino. E certo, del veto da parte del Pd nei confronti del Truce sono tutti consapevoli. Possibile allora una maggioranza Ursula, con FI che si sgancia dal centrodestra? “Noi prediligiamo l’interesse della nazione – dice Perego – a quello dell’unità della coalizione. Ma non andiamo a fare la stampella a Conte, che ha dimostrato una volta di più tutta la sua inadeguatezza. Se ci si chiede uno sforzo di responsabilità, è perché si prende atto che la maggioranza attuale non è in grado di governare. Facciamo, dunque, tutti un passo verso il terreno di mezzo, che è quello del buon senso e della crescita economica”.