Chiuso aperto o x. La telefonata di Conte e il passo indietro della regione Marche sul coronavirus

Il governatore marchigiano Ceriscioli annuncia in conferenza stampa il blocco delle manifestazioni pubbliche e la chiusura di scuole e atenei. Ma arriva la telefonata del premier in diretta che chiede di fare dietro front

Il presidente delle Marche Luca Ceriscioli ha deciso di “blindare” la regione per contenere al massimo i rischi di contagio da coronavirus e lo sta annunciando in conferenza stampa: “Blocco delle attività per quanto riguarda manifestazioni pubbliche, dove aumenta rischio di contagio, e chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, fino all'università, dalla mezzanotte di domani (martedì 25 febbraio, ndr) alla mezzanotte di lunedì”, dice il governatore marchigiano del Pd. Che aggiunge: “Prima dell'applicazione delle misure voglio avere un contatto con il ministro ma i punti che noi applichiamo non si discostano dalle misure che in genere vengono applicate”. Ma ancora prima di potersi confrontare con il ministro della Salute Roberto Speranza, Ceriscioli è costretto a fare un passo indietro: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo chiama in diretta per fermare l'iniziativa e chiedere di rimandare ogni decisione a martedì mattina, vista l'esigenza del governo di adottare un'ordinanza unica per tutte le regioni italiane.

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