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La cura da cavallo che serve all'Italia

Redazione

Per affrontare la crisi politica è ora di prendere atto della crisi economica. Idee

Giuseppe Conte ha annunciato che entro qualche giorno proporrà una “cura da cavallo” per far uscire il paese dalla situazione di emergenza in cui versa l’economia. Ha detto che “dobbiamo ragionare come fossimo in emergenza, quando ragioniamo di emergenza riusciamo a coordinarci meglio”. Seppure con un approccio un po’ sghembo, il premier si rende conto che l’equilibrio statico, basato su rinvii e contrapposizioni paralizzanti, non regge. È necessario imprimere all’azione di governo una dinamica nuova, robusta, senza troppa attenzione al bilancino delle convenienze immediate di questo o di quello. Se il premier avrà la capacità di identificare le terapie necessarie per uscire dalla sostanziale recessione affrontando i nodi che impediscono la crescita, se avrà la forza politica per imporre queste terapie anche quando contrastano, com’è inevitabile, con gli interessi immediati o le ambizioni elettorali delle formazioni che compongono la maggioranza, supererà anche la fase critica che questa maggioranza attraversa. È rilevante che abbia deciso di invertire la logica secondo cui prima c’è la composizione delle divergenze e poi si può aprire il cantiere delle scelte impegnative.

 

È vero il contrario, solo un’azione decisa e incisiva può trascinare la maggioranza e suscitare interesse e attenzione nelle realtà produttive e nella cittadinanza. Naturalmente tutto dipende dalla natura della terapia che sarà adottata, dalla sua efficacia, dalla sua compatibilità con i severi vincoli di bilancio. Però è apprezzabile che si indichi il percorso logicamente giusto, si riconosca la necessità di interventi di natura straordinaria, si capisca che non basta affatto mettere in ordine cronologico gli impegni ma operare una svolta immediata e rilevante. Di fronte a questa prospettiva le forze politiche, e non solo quelle di maggioranza, dovranno misurarsi confrontando soluzioni all’emergenza, cioè dovranno fare politica. Finalmente.

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