Davide Casaleggio (foto LaPresse)

Rousseau Vs L'Incontro

Maurizio Stefanini

“Noi querelati per aver scritto che la piattaforma è una distorsione della democrazia”

Roma. Fallito martedì il tentativo di mediazione in tribunale, è ormai scontro duro tra Casaleggio e la testata L’incontro. “Mussolini non riuscì a far star zitto Bruno Segre. Ci sta provando Davide Casaleggio, adesso che Segre è arrivato a 102 anni!”, commenta il direttore responsabile Beniamino Bonardi. “L’Incontro è una testata storica di Torino fondata nel 1949 dall’avvocato Bruno Segre, che l’ha diretta fino al dicembre 2018”, ricorda Bonardi. “Poi, quando ha compiuto 100 anni, non se l’è sentita più. Ma c’è stato allora un gruppo di professionisti che si è offerto di rilevarla, e nel maggio scorso L’incontro è diventato una testata online, con l’impegno di rimanere fedele all’impostazione che aveva sempre avuto”.

 

Allievo di Luigi Einaudi, vittima delle leggi razziali, partigiano di Giustizia e Libertà, Bruno Segre è ancora vivo per un accendino che aveva in tasca, e che deviò una pallottola sparata da una guardia nazionale repubblicana. Avvocato, nel 1949 difese il primo obiettore di coscienza in Italia Pietro Pinna, e poi numerosi altri fino alla legge del 1972. Fu pure in prima linea con Pannella nella battaglia per il divorzio.

 

Lo scorso 26 novembre sull’Incontro è uscito un articolo a firma dell’avvocato Riccardo Rossotto: “Rousseau, una distorsione paradossale della democrazia”. Da qui la querela per diffamazione. Spiega Bonardi: “Davide Casaleggio è uno e trino: presidente della Casaleggio Associati, presidente dell’Associazione Rousseau, presidente dell’Associazione Gianroberto Casaleggio. In realtà nell’articolo non c’è nessun insulto, ma solo una critica su una organizzazione che è assolutamente atipica rispetto a un modello democratico. C’è infatti un partito che risponde a una Associazione Rousseau il cui presidente non è discutibile ed è praticamente a vita per statuto, e contemporaneamente è anche presidente di una Srl, e poi è anche presidente di una associazione Gianroberto Casaleggio”.

 

“Davide Casaleggio, in contrasto con la prassi giornalistica di chiedere l’eventuale rettifica di un giudizio ritenuto negativo, ha presentato una querela”, osserva col Foglio Segre. “In realtà la frase incriminata da Casaleggio non costituisce il reato di diffamazione a mezzo stampa perché non offende affatto l’altrui reputazione, ma rappresenta un giudizio opinabile nel quadro della dialettica politica. E’ in gioco la difesa della libertà di stampa, il più importante dei diritti civili, una fondamentale garanzia democratica”. “Stupisce che il giovane Casaleggio ignori il turpiloquio che ha sempre caratterizzato il Movimento 5 stelle a cominciare dalle espressioni usate dal fondatore Beppe Grillo, imitando il costume politico che molti anni fa il commediografo napoletano Guglielmo Giannini inaugurò con il movimento dell’Uomo qualunque a base di insulti ai democratici e di nostalgie dittatoriali”.

 

Anche su Forza Italia si è parlato di conflitto di interessi… “Ma nello statuto di Forza Italia non c’è scritto che per la sua comunicazione deve utilizzare per forza Mediaset”, osserva Bonardi. “Nello statuto dei Cinque stelle c’è scritto che per tutte le attività di comunicazione, iniziativa, consultazione dei cittadini eccetera, si deve avvalere dell’Associazione Rousseau, il cui presidente può essere solo uno dei fondatori. Cioè Davide Casaleggio, che è anche presidente della Casaleggio Associati. E’ chiaro che fare querele ha lo scopo di intimidire chi ricorda questa anomalia, in un momento in cui con l’indebolimento dei Cinque stelle sempre più ex hanno iniziato a parlare degli interessi che ronzano attorno a questa situazione. Da ultimo anche la Banca d’Italia e la Guardia di Finanza si sono attivate. Come giornale posso dire che questa cosa solleva perplessità e dubbi?”.

 

Conclude Segre: “Casaleggio ha attaccato L’Incontro perché questo è un giornale serio, attivo da 70 anni, autenticamente democratico, progressista, fautore dei diritti civili. Dunque un avversario temibile per la sua autorevolezza e la sua tradizionale difesa della Resistenza e della Costituzione”.

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