Il decreto sicurezza di Salvini ha creato oltre 26 mila irregolari in più

L'abolizione della protezione umanitaria voluta dall'ex ministro ha creato più "clandestini" che si sono riversati “nelle strade e nelle stazioni”, dice Lamorgese

Luca Gambardella

In Italia l’unica emergenza clandestini è quella causata dallo stesso Matteo Salvini e per tornare alla normalità bisogna cancellare gli effetti dei decreti sicurezza. Al di là delle distanze all'interno del governo su come procedere (linea dura dell'abolizione, o quella soft delle modifiche limitate), ieri è stato il ministro del’Interno Luciana Lamorgese a chiarire che sul fronte dei migranti irregolari le cose peggiorano, anziché migliorare. La storia dei “clandestini”, tanto cara al leader della Lega, è stata alimentata proprio da Salvini, quando – seppure saltuariamente, date le molte assenze durante il suo mandato –  sedeva nel suo ufficio del Viminale durante il primo governo Conte.

   

  

Il punto, come ha spiegato Lamorgese parlando alla trasmissione “Otto e mezzo” in onda su La7, è che l’abolizione della protezione umanitaria, avvenuta con il primo decreto sicurezza voluto da Salvini, ha aumentato il numero degli irregolari in Italia. La protezione umanitaria è uno status concesso dalla questura nei casi in cui non ci siano i presupposti per concordare la protezione internazionale o lo status di rifugiato, ma sussistano comunque “seri motivi di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello stato italiano”. Ora, come rilevato sin dallo scorso ottobre dal ricercatore dell’Ispi Matteo Villa, “a causa dell'abolizione della protezione umanitaria con il decreto sicurezza in Italia ci sono almeno 24.000 stranieri irregolari in più rispetto a uno scenario in cui la protezione fosse stata mantenuta”.

  

Lamorgese è ora chiamata a rimediare alle trovate propagandistiche del suo predecessore e, durante la trasmissione condotta da Lilli Gruber, ha detto che bisogna tornare ad “ampliare la categoria dei permessi umanitari per evitare quello che stava succedendo a dicembre e sul quale siamo dovuti intervenire”. E cosa stava succedendo lo spiega lo stesso ministro: “Tutti quelli che non avevano il permesso umanitario in base al decreto poi venivano buttati fuori per strada e quindi ce li trovavamo nelle piazze nelle strade e nelle stazioni”.

  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.