La Cisl pugliese, caso raro, si oppone al situazionista Emiliano
La segretaria regionale Fumarola: “Il confronto non c’è stato, abbiamo fatto delle proposte e lui non ci ha neanche ascoltato”
-
Emiliano inaugura (di nuovo) il Frecciarossa che aveva soppresso
-
Disfatta di stato all'Ilva
-
Le motivazioni dell'assoluzione di Riva riscrivono la storia dell'Ilva
-
La custode dell'Ilva
-
Fabiano Amati ci spiega perché è bene che Emiliano perda
-
Emiliano, con amici a destra e sinistra, scopre di non piacere a tutti
-
Infelicissima Puglia
Roma. Sono rare le critiche a Michele Emiliano, il governatore situazionista della Puglia che fa e disfa senza incontrare resistenze nel dibattito pubblico. Fa eccezione la Cisl regionale guidata da Daniela Fumarola: “Le mie considerazioni non sono mai state sulla persona ma sulla sua amministrazione, dal punto di vista strettamente politico e istituzionale”, dice la segretaria della Cisl pugliese al Foglio. “Ho sempre detto che non eravamo contenti del confronto con il governatore Emiliano, che di fatto non c’è mai stato. A partire da questioni importanti come quella della sanità. Nel 2016 abbiamo sottoscritto un accordo con la Regione ma poi, per effettuare una verifica su quel patto, su nostra richiesta peraltro, siamo stati ricevuti di nuovo solo dieci mesi dopo”. L’accordo, spiega Fumarola, “affrontava il cuore del problema della Puglia sulla sanità: la gestione delle liste d’attesa. Da noi c’è la necessità di fare turn-over e nuove assunzioni. Avevamo chiesto di fare degli audit con i direttori generali territoriali per verificare la loro azione ed eventuali azioni di sanzione”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- David Allegranti @davidallegranti
David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.