Foto tratta dal profilo Instagram Talarico cravatte

Chi è Talarico, neo candidato in Calabria per la “corrente Conte”

Marianna Rizzini

Neofita della politica non è: da ragazzo, prima di trasferirsi a Roma, è stato infatti segretario provinciale dei Giovani socialisti. Oggi si rivolge al “popolo di delusi” che in Calabria non vota

Roma. E’ in attesa, il candidato. In attesa che i destinatari della sua offerta sciolgano la riserva sulla sua candidatura di centrosinistra e trasversale, diretta cioè a tutti i componenti della compagine governativa, ma in qualche modo radicata in un’area impalpabile e ancora poco visibile che potrebbe essere per brevità – e senza ufficialità – chiamata “corrente Conte” (nel senso del riferimento ideale al premier alla sua seconda prova a Palazzo Chigi). E così, ora, l’avamposto di campagna elettorale calabrese risponde al nome di Maurizio Talarico, imprenditore del settore tessile e mago delle cravatte istituzionali – “Marinella romano”, è il recente soprannome, vista la clientela parlamentare e anche presidenziale della sua bottega in via dei Coronari, nella capitale, e visto che pare sia proprio lui l’uomo che ha insegnato al premier a piegare il fazzoletto da tasca in modo che emergano quattro punte, come raccontava tempo fa Talarico stesso, su questo giornale, a Gianluca Roselli (ora il Talarico candidato si schermisce, forse per via del nuovo ruolo, e, interpellato in proposito, assicura che il premier era già di per sé ferrato nell’arte della pochette). E insomma, nel giorno in cui si capisce che l’editore Florindo Rubbettino non correrà in Calabria, ché la sinistra gli pare già troppo dilaniata prima di cominciare, Talarico rompe gli indugi e si presenta, e da neo candidato e auto-candidato alla corsa regionale dice a Nicola Zingaretti cose che rivelano, per Talarico, una certa comunanza di progettualità con Zingaretti (“sono un candidato civico, indipendente, della società civile”, è stata infatti la sua prima dichiarazione: “Il segretario del Pd condivide la mia impostazione e, giustamente, ha bisogno di fare i necessari passaggi istituzionali interni al Pd calabrese, prima di convergere su tale progetto”).

 

E dice a Luigi Di Maio, Talarico, cose che fanno appello al lato “legalità-legalità-legalità” dei Cinque stelle: “Credo di rappresentare una parte della Calabria pulita, provengo da una famiglia semplice, mi sono fatto da solo”, afferma infatti il candidato, assicurando di “condividere con il M5s” , a cui, racconta al Foglio, “si sente vicino”, i suddetti valori di legalità. Ed è così che l’uomo che ha tra i suoi clienti Giuseppe Conte si trova ora nella posizione di chi, con Conte, da candidato, potrebbe, dice, avere un “canale privilegiato di dialogo” e una comunanza di vedute, a partire dalla situazione della sua terra: “Per questo sono in campo, per l’amore che porto alla mia terra”, dice, pensando alla Calabria da cui si è partito molti anni fa, per approdare a Roma e fondare da “uomo che si è fatto da sé”, come si definisce, l’azienda di cravatte in cui, narrano le cronache e le leggende, si sono serviti, in inconsapevole sincronia stilistica bipartisan, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, Matteo Salvini, George W. Bush e (pare) persino Vladimir Putin. Ma oggi Talarico vuole tornare con il pensiero alla propria “terra mortificata e martoriata” in cui “è urgente il rinnovamento di una classe politica che non è riuscita a progettare il futuro dei suoi giovani”.

 

Neofita della politica Talarico non è: da ragazzo, prima di trasferirsi a Roma, è stato infatti segretario provinciale dei Giovani socialisti. Oggi si rivolge al “popolo di delusi” che in Calabria non vota (“da un sondaggio da me commissionato”, dice, “il 54 per cento dei calabresi non si recherà alle urne” alle elezioni amministrative). Chiede fiducia in nome “di una politica del fare”, nella “speranza che possano convergere” sul suo nome tutte le forze del centrosinistra. E mentre la sua azienda, oggi guidata dal figlio Tiziano, si attesta sui due milioni e ottocento mila euro di fatturato, con filiali a Londra e a Tokyo e previste aperture a Dubai e Qatar, Talarico si prepara a fare il percorso inverso a quello compiuto trent’anni fa, e a ridiscendere tutti i gironi della natìa Calabria.

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.