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Passeggiate romane

Il silenzio obbligato sul voto in Calabria e la prossima idea di Renzi

Le mosse di Carfagna che non piacciono al Cav. e anche meno al Misto: questione di sopravvivenza. Zingaretti fa l’amerikano

Mara Carfagna con i suoi ammiccamenti a Matteo Renzi nei giorni scorsi non ha fatto arrabbiare solo Silvio Berlusconi. Anche il drappello di deputati e senatori di Forza Italia e del Gruppo misto che vorrebbe staccarsi per dar vita a una rappresentanza parlamentare in proprio e che è capitanato da Renata Polverini si è risentito. E infatti la immediata correzione di rotta della vice presidente della Camera era volta anche a rassicurare questi esponenti. Che non si fidano di Renzi è che vogliono trattare in proprio e non per suo tramite l’appoggio al governo Conte. In cambio di che? Si accontentano di avere come merce di scambio il prolungamento della legislatura. Non hanno chiesto infatti né poltrone né strapuntini ma vogliono arrivare assolutamente a fine mandato. E temono che Renzi, nonostante le sue continue rassicurazioni gli lasci a un tratto in mezzo al guado.

 

Nicola Zingaretti è negli Stati Uniti per alcuni incontri con esponenti democratici. Ed è particolarmente soddisfatto di questo viaggio preparato da due mesi, benché il mancato colloquio con Obama sia un suo cruccio. La soddisfazione del leader del Pd è dovuta al fatto che dopo la scissione i democratici americani hanno accreditato il suo partito e non quello di Renzi. Il quale, peraltro, nel suo ultimo viaggio negli States, lo scorso ottobre, non ha incontrato nessun rappresentate dei democratici americani.

  

Si parla molto delle elezioni regionali in Emilia Romagna, e poco, per ovvi motivi, di quelle che si terranno in contemporanea in Calabria. Lì il Partito democratico non ha ancora deciso il candidato anche perché spera di convincere i Cinque stelle locali a un accordo nonostante l’altolà di Luigi Di Maio. In compenso però hanno deciso chi non vogliono più: il presidente della regione Mario Oliverio. Questo anche se un pezzo del partito calabrese è insorto contro una simile decisione accusando il Nazareno di obbedire ai magistrati viste le vicende giudiziarie che avevano coinvolto Olverio. Ma la verità è un’altra. Il Pd nazionale ha commissionato una serie di sondaggi in vista delle prossime regionali. E mentre Stefano Bonaccini è stato giudicato come il più competitivo per la battaglia contro il centrodestra, l’attuale presidente della regione Calabria, invece, ha un indice di gradimento bassissimo.

 

Domenica prossima, alla tre giorni del Partito democratico a Bologna, Nicola Zingaretti dovrebbe annunciare la nuova segreteria unitaria. Tra la maggioranza interna e la minoranza di base riformista infatti le differenze non sono più quelle di una volta. Basti pensare che i più solerti ad attaccare il leader di Italia viva sono proprio gli ex renziani.

  

Dopo gli ultimatum del Pd che ha velatamente minacciato le elezioni per ridurre Matteo Renzi e Luigi Di Maio a più miti consigli, Italia viva sembra essere molto meno propensa alla polemica. Il voto anticipato infatti scombinerebbe tutti i giochi dell’ex premier che finora ha giocato di fino la sua partita parlamentare mandando in porto prima il governo (e quindi la prosecuzione della legislatura) e poi la scissione che era stata preparata da mesi. Ma sbaglierebbe chi pensasse che Renzi abbia rinunciato alle sue uscite solitarie per incalzare il governo. Al quartier generale di Italia viva si sussurra che una nuova iniziativa dovrebbe essere pronta a giorni.

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