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Giorgetti fa la prima mossa

Redazione

Un confronto serio su legge elettorale e regole del gioco può essere una buona idea

Giancarlo Giorgetti, in un dibattito cui partecipava anche il sindaco di Milano Beppe Sala, ha proposto un confronto tra le principali forze parlamentari per trovare un accordo “sulle regole del gioco… magari anche la legge elettorale, per dare a chi governa la possibilità di decidere”. Lo si può leggere, pur nella non ufficialità della situazione, come un altro passo della Lega (o solo di Giorgetti?) sulla strada della responsabilità, cioè del riconoscimento che oltre al diritto di critica dell’opposizione c’è anche un dovere di collaborazione sul piano istituzionale.

 

L’accenno alla legge elettorale è tutt’altro che casuale: le leggi elettorali sono state spesso fatte a maggioranza e nell’imminenza del voto (anche se la Lega approvò dall’opposizione il Rosatellum). Lo aveva fatto il centrosinistra, lo ha fatto anche il centrodestra, qualcuno ricorda che lo aveva fatto persino Alcide De Gasperi. Ma trovare un accordo su questo tema sarebbe il viatico per affrontarne tanti altri, a cominciare da una configurazione precisa dei diritti e dei doveri dei governi e delle opposizioni. Da Sala e da Renzi e dal Pd sono arrivati segnali di disponibilità. È possibile che l’iniziativa di Giorgetti punti a evitare che contro la prospettiva di un ritorno della Lega al governo si realizzi un cordone sanitario simile a quello che vige in Europa nei confronti dei sovranisti. Però c’è anche l’altra faccia della medaglia: se per evitare il cordone si apre un dialogo leale, magari anche in Europa con il Ppe, le ragioni per realizzarlo decadono. Naturalmente una cosa è proporre un confronto, un’altra è trovare soluzioni condivise, anche per la difficoltà che nasce dalla differenza di interessi delle diverse formazioni. Ad esempio, Giorgetti ha detto che bisogna fare la legge elettorale per terminare la legislatura. È la stessa strategia di Renzi? Difficile.

 

Sarebbe interessante sapere se la maggioranza è disponibile a qualcosa di più del confronto (mercoledì ci sarà un vertice di maggioranza su questo tema: si partirà da una proposta proporzionale da presentare entro dicembre). Se fosse così, potrebbe essere l’occasione per imbastire un percorso di riforme, per una volta partendo da una condivisione di interessi. Sarebbe un buon segnale.

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