Mifsud (a sinistra) e Vincenzo Scotti insieme a Skolkovo, in Russia, nell'ottobre 2016

Il Link Scotti-Mifsud

Luciano Capone

Tutto quello che non torna nelle ricostruzioni dei rapporti tra il capo dell'università privata e l’uomo del Russiagate

Dobbiamo ringraziare Vincenzo Scotti, per aver ammesso di averci querelato senza motivo per i nostri articoli su Joseph Mifsud, il professore del Russiagate accusato prima di essere un agente russo a favore di Trump e ora un agente provocatore dei servizi occidentali che ha cospirato contro Trump. Un uomo misterioso dai lunghi e intensi rapporti con la Link Campus. Una settimana fa, quando a Omnibus Alessandra Sardoni ha mostrato al presidente della Link, Scotti, una foto (pubblicata dal Foglio) di Mifsud in Russia a rappresentare l’università in una missione insieme a lui e gli ha ricordato (come rivelato dal Foglio) che Mifsud è anche socio al 35 per cento della Link International (la società dell’università che gli pagava l’affitto di un appartamento durante la sua clandestinità), Scotti è sbottato: “Di cosa è socio? Non ha il 35 per cento. Questo Capone deve rispondere al tribunale alla nostra denuncia di calunnia”. Ieri, intervistato dalla Stampa, Scotti ha confermato quanto scritto dal Foglio: “Siccome Mifsud si era proposto per reclutare studenti in giro per il mondo, e tutta l’attività internazionale passa per questa srl, pretese il 35 per cento della società (Link International, ndr)”.

 

Ma a fronte di una verità in ritardo, Scotti fa diverse affermazioni false. Quasi a prendere le distanze da questo vecchio amico ingombrante, ricercato dalle autorità di mezzo mondo, ricostruisce la genesi dei loro rapporti: dice di aver sentito parlare bene di lui da alcune università inglesi e di averlo reclutato nel 2016 in quanto “full professor” dell’Università di Stirling: “Ma da noi non ha mai insegnato – precisa Scotti – non è stato un nostro professore”. Innanzitutto non è vero che Mifsud fosse “full professor” (professore ordinario) a Stirling, dove era invece “professorial teaching fellow” (docente a contratto). E in ogni caso i rapporti con la Stirling sono successivi a quelli con la Link: d’altronde Mifsud entra nel capitale della Link International già nel 2013. Ma soprattutto non è vero, come sostiene Scotti, che Mifsud “non ha mai insegnato” alla Link. Chi lo conosce, ricorda che Mifsud ha tenuto alla Link corsi sulle relazioni internazionali nel 2012/2013 e nel 2013/2014, ha insegnato diplomazia nel 2015/2016 e politica comparata nel 2016/2017, per poi diventare coordinatore del corso di laurea in Scienze della politica.

 

E’ difficile comprendere come Scotti possa affermare che “il poverino non ha fatto nemmeno una lezione” nella sua università. Anche perché Mifsud era molto di più che un semplice docente. Era in un certo senso il ministro degli esteri della Link, l’uomo che curava gli affari internazionali dell’università: è lui a promuovere l’accordo tra la Link e l’Università Lomonosov di Mosca; è lui a portare un investitore internazionale come Stephan Roh (il suo attuale avvocato), che mette 250 mila euro nell’Università; è lui nel luglio 2017 a presentare la summer school della Link Campus organizzata con i russi; è sempre lui a favorire una partnership tra la Link e la fondazione saudita Edof, che prevede la nascita di un centro studi. E chi scelgono Scotti e la famiglia saudita Obaid come direttore? Ovviamente Mifsud. Ma non basta. Mifsud è stato anche membro del Comitato tecnico ordinatore della Link, l’organismo che ha traghettato l’ateneo da filiazione dell’Università di Malta a entità autonoma. Si potrebbe quasi dire che è stato uno dei padri fondatori dell’Università. Il 20 marzo 2017 presentando un convegno alla Link Campus sulla Brexit, mentre introduceva Scotti, così Mifsud raccontava lo storico legame tra loro due: “Scotti è la persona che tanto tempo fa è venuta da me per cercare di aprire questa filiazione dell’Università di Malta a Roma (la Link, ndr). Abbiamo link molto forti”. Link così forti che non possono essere spezzati da ricostruzioni di comodo.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali