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L'idea di un incentivo per declinare la cybersecurity al femminile

Mara Carfagna

Un disegno di legge per esonerare tasse e contributi alle studentesse meritevoli nelle discipline scientifiche. Un investimento che moltiplicherà il suo valore nel tempo

Tra le cose che si rimproverano maggiormente alla politica c’è quella di guardare troppo spesso al tornaconto immediato, al consenso facile da rimediare con misure assistenzialistiche. Rimangono così ignorati provvedimenti e perfino interi settori che già oggi rappresentano una grande opportunità da cogliere, soprattutto per i nostri giovani, e ancor di più lo saranno nel prossimo futuro. Limiti che i lettori del Foglio hanno ben presenti, grazie anche al dibattito che su queste pagine si sta sviluppando sui temi della libera impresa e dello sviluppo globalizzato.

 

Resto convinta, inoltre, che lo sviluppo sia strettamente connesso all’empowerment femminile. Solo un ruolo crescente e di primo piano delle donne in tutti i settori dell’economia e della società può consentire una crescita armonica e più consistente del nostro paese. Anche su questo, soprattutto in Italia, abbiamo molta strada da fare.

 

Di questi temi abbiamo discusso lunedì scorso alla Camera nel corso di un convegno organizzato da Women4Cyber sui temi della parità di genere nell’ambito della cybersecurity, che ha visto anche la partecipazione del ministro Elena Bonetti, mentre il ministro Lorenzo Fioramonti ha fatto recapitare un suo messaggio. Per capire le grandi opportunità offerte in questo campo, basti pensare che oggi la data economy vale in Europa 60 miliardi di euro. I data center di portata industriale sono già e diventeranno sempre più asset strategici. Anche le minacce mutano ed evolvono e con esse le risposte più efficaci. La rapida crescita dell’economia dei dati ha fame di competenze e cerca nuovi talenti per affrontare e governare la rivoluzione digitale. Il 40 per cento circa delle imprese europee fatica già oggi a trovare talenti per affrontare e governare la rivoluzione digitale e si prevede che nel 2021 saranno 3,5 milioni in tutto il mondo i posti di lavoro che rimarranno scoperti nel solo campo della cybersecurity. Si tratta di una gigantesca occasione per le donne e dobbiamo chiederci come coglierla, come spingere le ragazze a impegnarsi in questo tipo di studi.

 

Permane infatti un pregiudizio di fondo che impone alle giovani donne una sorta di autolimitazione nello scegliere il proprio percorso di studi e professionale. Poco più del 40 per cento delle giovani italiane pensa di intraprendere una carriera nelle discipline Stem (scienze, tecnologia, ingegneria, matematica), dove l’occupazione cresce tre volte più in fretta. E ciò, nonostante gli studi confermino come i risultati accademici conseguiti dalle donne in questi campi siano migliori rispetto a quelli degli uomini.

 

E’ il momento quindi di agire sulla formazione e sulle motivazioni che guidano le scelte delle ragazze, superando resistenze infondate. Consolidare e rafforzare la tendenza già in atto, che vede le giovani donne iniziare a dare l’assalto ai campi del sapere considerati di dominio maschile. Per questo, ho depositato un disegno di legge che propone di istituire presso il Miur un fondo speciale destinato a finanziare, in presenza di determinate condizioni di merito, l’esonero totale dalle tasse e dai contributi dovuti dalle studentesse per iscriversi ai corsi di laurea nelle discipline Stem. Abbiamo calcolato il costo intorno ai 100 milioni annui, ma per lo Stato si tratterebbe di un investimento che moltiplicherà il proprio valore. Come la Commissione Europea Women Active in the Ict Sector ha dimostrato, una maggiore partecipazione femminile in professioni collegate all’economia digitale porterebbe a un aumento del pil comunitario di circa 9 miliardi di euro all’anno.

 

Pochi giorni fa, presentando un master dedicato proprio all’innovazione digitale nel campo della sicurezza, organizzato in collaborazione con l’Università di Salerno, il presidente del Centro alti studi per la Difesa, generale Fernando Giancotti, ha spiegato che in un futuro ormai prossimo avremo a che fare con un mondo “volatile, incerto, complesso, ambiguo, rapidamente mutevole”. Un modo che somiglia e si attaglia alle donne in modo particolare, proprio per quelle doti di flessibilità, intuizione, capacità di affrontare e risolvere più di un problema alla volta di cui le donne sono portatrici. Non utilizzare queste potenzialità sarebbe un’occasione persa non solo per le donne, ma proprio per quel mondo che più diventa complesso e più ha bisogno delle qualità femminili per trovare un equilibrio sostenibile.

 


Mara Carfagna, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera