Vincenzo De Luca (LaPresse foto)

De Luca: “Fare un governo senza rinunciare a dire chi sono i 5 stelle”

David Allegranti

Per il governatore campano “Grillo e i grillini sono i principali responsabili dell’imbarbarimento del dibattito pubblico in Italia”

Roma. Vincenzo De Luca, noto fustigatore dei Cinque stelle, è disponibile a discutere della “possibilità di un governo” con i grillini, seppur con preoccupazione e disagio. Tuttavia, ha detto alla festa nazionale del Pd a Ravenna, non si può far finta di non sapere chi siano. “Per dieci anni abbiamo subìto aggressioni di ogni tipo”, quindi “la prima cosa che dobbiamo fare è un’operazione verità nei confronti dei Cinque stelle”.

 

Insomma, “non è che discutere di governo possa significare per noi autocensura e che quindi non diciamo più niente rispetto ai Cinque stelle”. Dunque se Di Maio ha scritto i dieci punti per il Pd, anche De Luca vuole porre delle domande al M5s. “Grillo e i Cinque stelle sono i principali responsabili dell’imbarbarimento del dibattito pubblico in Italia. Per dieci anni hanno diffuso una sottocultura dell’aggressione permanente e dell’aggressione verbale, dell’offesa agli interlocutori”. Per dieci anni, ha detto De Luca, si sono divertiti saltando nelle piazze, per dieci anni hanno rinunciato a ogni freno inibitorio. Come è bello andare in piazza e rinunciare alle regole della buona educazione, come è divertente… Come era bello andare a Bologna con la piazza gremita a dire vaffa a te, vaffa a quello. Come è semplice fare queste cose. Quanta parte della piccola borghesia e quanti intellettuali radical chic si sono emozionati. Bene, i Cinque stelle che cosa dicono rispetto a queste cose? E’ in atto un processo di redenzione da parte dei Cinque stelle?”.

 

Per non parlare, ha detto il governatore della Campania, “della banalizzazione dei problemi, ‘uno vale uno’, ‘dobbiamo liquidare la casta’. Hanno confuso nel dibattito pubblico il concetto di casta con quello di élite e di competenza. Uno vale uno è una autentica bestialità. Io non valgo se devo parlare di medicina quanto un medico o uno scienziato. O no? E’ una idiozia totale”. E i no vax, chiede De Luca? “Io non ho dimenticato le battaglie contro i no vax. Come erano innovativi… Abbiamo dovuto aspettare che morissero i primi bambini di morbillo per cominciare a sentire qualche voce di ragionevolezza”.

 

Ecco, su questo, i Cinque stelle “che cosa ci dicono, si sono redenti, hanno capito che hanno raccontato imbecillità per dieci anni e che altro che ‘uno vale uno’, quando si parla di salute della gente parlano i medici, non parlano i saltimbanchi. O no?”. E i condoni, che dire dei condoni? “Onestà, onestà… Uno dei capi dei Cinque stelle continua a vivere in un appartamento abusivo di 150 metri quadri condonato per tremila euro. Ma per 10 anni l’Italia è stata narcotizzata”. Altro punto, le umiliazioni agli avversari. “Non ho dimenticato il mio amico Bersani, che è troppo fesso per fare politica. Se qualcuno mi avesse chiesto di fare una riunione in streaming gli avrei detto di andare a morire ammazzato”. Insomma, il Pd non deve “rinunciare a nulla del suo spirito critico”. Quindi il governo si può fare se però qualcuno ammette d’aver quantomeno sbagliato.

 

Quanto al Pd, “ancora oggi non abbiamo un’identità marcata. Non abbiamo riflettuto seriamente sul disastro elettorale di un anno fa, non abbiamo fatto un’analisi seria” su quello che è successo. In più, il Pd dovrebbe recuperare vivacità sulla comunicazione, puntando su poche parole chiave, “due o tre parole d’ordine, non trecento”. Salvini parla quasi esclusivamente di “sicurezza e riduzione delle tasse”, i Cinque stelle di reddito di cittadinanza. Il Pd invece deve ripartire dal lavoro. “Provare a fare un governo non significa affatto non dovere riflettere in maniera autocritica sui nostri errori e sulle scelte programmatiche da individuare come priorità, a partire da un Piano per il Lavoro per 200 mila giovani del sud e dalla questione sicurezza”. 

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.