La giravolta di Salvini

Dopo le consultazioni il leader della Lega fa dietrofront e chiede al M5s di tornare a governare

Samuele Maccolini

Due settimane fa si apriva la crisi di governo. Il premier Conte saliva al Quirinale per informare il capo dello Stato sulla decisione del ministro dell'Interno di interrompere l'esperienza dell'esecutivo, mentre la Lega ufficializzava la crisi con una nota che incolpava i compagni di governo dello stallo del paese. “C’è la consapevolezza e la presa d’atto che, dopo le tante cose buone fatte, da troppo tempo su temi fondamentali per il Paese come grandi opere, infrastrutture e sviluppo economico, shock fiscale, applicazione delle autonomie, energia, riforma della giustizia e rapporto con l’Europa tra Lega e 5stelle ci sono visioni differenti”, scriveva il partito di Salvini. Che poi insisteva: “Il voto di ieri sulla TAV ne è solo l’ultima, evidente, irrimediabile certificazione”; “L’Italia ha bisogno di certezze e di scelte coraggiose e condivise, inutile andare avanti fra no, rinvii, blocchi e litigi quotidiani”. Infine: “Ogni giorno che passa è un giorno perso, per noi l’unica alternativa a questo governo è ridare la parola agli Italiani con nuove elezioni”. 

 

Due settimane dopo la posizione della Lega, almeno alla luce delle dichiarazioni rilasciate di Matteo Salvini all'uscita del Quirinale, sembra cambiata. Il leader del Carroccio, dopo le consultazioni con il presidente Mattarella di questo pomeriggio, ha fatto marcia indietro e, anche se non esplicitamente, ha invitato i Cinque stelle a ritornare a lavorare assieme. “Se qualcuno mi dice ragioniamo perché i 'no' diventano 'sì', miglioriamo la squadra, diamoci un obiettivo, facciamo qualcosa 'non contro' ma 'per', io l’ho sempre detto, sono una persona concreta, non porto rancore guardo avanti, non indietro”.

 

Salvini c'ha ripensato, è tornato sui suoi passi. Il M5s sembra però ancora offeso dalla svolta leghista dell'8 agosto.