Foto LaPresse

Precari di cittadinanza

Luciano Capone

Il (giusto) niet di De Luca al modello navigator costringe Tridico a dire la verità sul concorso bluff dell’Anpal

Roma. “Tra due anni in Campania i navigator inevitabilmente daranno vita a un comitato di lotta per precari navigator, che inevitabilmente verranno sotto le finestre della regione Campania con tanto di tamburi, trombette e pippe varie per essere stabilizzati. Siccome questo percorso è già scritto, noi navigator non ne vogliamo”. Alla fine la profezia di Vincenzo De Luca si è avverata lo stesso e con due anni di anticipo: un corteo di 471 navigator ha sfilato sotto palazzo Santa Lucia per protestare contro la decisione di non firmare la convenzione con Anpal Servizi, necessaria all’assunzione per due anni dei tutor che dovrebbero essere il perno delle politiche attive del reddito di cittadinanza. La Campania è l’unica regione che rinuncia ai navigator perché, a detta del governatore, andrebbero ad alimentare un serbatoio pluridecennale di precariato che la regione sta tentando di svuotare. La Campania ha bisogno di rafforzare i centri per l’impiego, che attualmente contano poco più di 500 dipendenti, ma nella Pubblica amministrazione si entra per concorso e in maniera strutturale. Questa è la posizione di De Luca. Una posizione sicuramente non semplice da mantenere alla vigilia di una campagna elettorale infuocata (in Campania si vota nel 2020).

 

Al governatore del Pd ha risposto, in maniera del tutto inusuale, il presidente dell’Inps Pasquale Tridico dicendo che non c’è alcun problema di precariato: “So per certo – ha dichiarato Tridico – perché ho partecipato alla stesura della legge, che ci sono a bilancio le risorse per la stabilizzazione dei navigator dal 2021”. Nel decreto non è prevista alcuna stabilizzazione dei navigator, come peraltro aveva precisato alla Camera il ministro della Funzione pubblica Giulia Bongiorno. Non si capisce d’altronde come la regione possa assumere a tempo indeterminato dei co.co.co. selezionati dall’Anpal. Tra l’altro, con la sua dichiarazione a favor di propaganda, è come se Tridico stesse dicendo che il governo ha assunto dei falsi collaboratori con un finto concorso attraverso una simil società privata per farli surrettiziamente entrare a tempo indeterminato nella Pubblica amministrazione. Un’affermazione del genere in bocca a un presidente dell’Inps è molto grave, ma trattandosi di Tridico sembra normale. E questo, forse, è ancor più grave.

Di più su questi argomenti:
  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali