Nello Musumeci (Foto LaPresse)

Parla Nello Musumeci: “Caro Salvini, butta a mare il governo finché sei in tempo”

Carmelo Caruso

Il presidente della Sicilia come i governatori leghisti del nord Zaia, Fontana e Fedriga. “Il centrodestra è maggioranza. Matteo metta fine a questo inferno”

Roma. “Il mio consiglio è quello di mandare a mare questo governo”. Eppure Matteo Salvini ha spostato a mare il ministero dell’Interno e anziché nuotare verso nuove elezioni preferisce l’ombrellone del M5s. “E io invece penso che anche per lui sia arrivato il momento del coraggio, quello in cui si passa dall’approssimazione alla programmazione”. Con chi? “Con noi. Con il centrodestra. Si sciolga dal M5s. Solo lui può mettere fine a questo inferno”. Nello Musumeci, governatore della Sicilia, è infatti pronto a mettergli a disposizione il suo piccolo paradiso, Diventerà Bellissima, “un movimento che sto riorganizzando” e che riconosce la Lega come “il socio di maggioranza del centrodestra e con cui è pronto ad allearsi”. Anche lei si sottomette al Capitano? “No, mi limito a indicargli un nuovo orizzonte”. E insomma, Musumeci non li definisce un’accolita “di cialtroni” come ha fatto il suo collega di regione Attilio Fontana, ma pensa che gli alleati di Salvini siano “dei dilettanti disarmanti”, straordinari maestri di inadeguatezza che solo “il tempo e l’esperienza potrà assorbire”. In Sicilia, che a sproposito è sempre indicata come la sala operatoria degli interventi più spaventosi, il laboratorio delle alleanze transgeniche, il M5s prima ancora che a Roma ha chiesto al Pd, già alcune settimane in anticipo rispetto a Dario Franceschini, di collaborare. “Per me non è altro che fuffa. Il M5s ha tutto l’interesse ad andare avanti con Salvini”. Non è Salvini ad avere più interesse a rimanere insieme al M5s? “Al sud c’è una larga fascia che ha appaltato la sofferenza al M5s e che adesso ha voglia nuovamente di centrodestra”. Ma lei davvero ha voglia di consegnare la Sicilia alla Lega?

 

“Sia chiaro. Io non la penso in tutto come Salvini ma in molte cose la penso come Salvini”. Eppure sono lontanissimi anche esteticamente. Uno (Musumeci) parla attraverso pensieri lunghi mentre l’altro (Salvini) attraverso battute corte. E uno, da governatore, preferisce l’ombra e la discrezione mentre l’altro, il vicepremier, cerca la pubblicità e la provocazione. Musumeci dice che con Salvini si sente, “c’è molta cortesia”, e che i loro rapporti poggiano sulla fiducia reciproca. In pratica, almeno loro, non hanno bisogno di contratti e di notai.

 

“Il contratto è quanto di più arido abbia conosciuto il nostro paese. Le alleanze, in politica, sono combinazioni di sentimenti. Il centrodestra è maggioranza morale e deve tornare a essere anche parlamentare”. E allora se il nord si spacca, il sud con Musumeci vuole conciliare (il centrodestra). “Lega e FI governano in armonia molte realtà locali. Non sono io a dover difendere le ragioni di uno o dell’altro. Qualcuno deve però cedere qualcosa”. Non è che a cedere è forse lei? “La Lega si è evoluta e da forza territoriale è ormai movimento nazionale”, pensa Musumeci che invita tutti a chiedersi come sia possibile che a Lampedusa sia perfino maggioranza. “I siciliani sono un popolo anarcoide. Fa parte del loro codice genetico. Il Msi, dove ho militato, a Catania raccoglieva più consensi che nel resto del paese. Certo, c’è una componente emotiva in questo consenso ma anche una civile ribellione soprattutto al sud”. Che è stata intercettata dal M5s. “Attenzione. Non è più così. Per carità, non tutti, ma quasi tutti i rappresentanti del M5s sono animati da faziosità, settarismo. E poi, c’è, come dicevo, a tratti l’incompetenza”. Esempi? “Mi è capitato, in regione, di dover ascoltare un deputato M5s lamentarsi dello stato che interveniva sui nostri beni culturali. Ma se c’è una regione che può, grazie all’autonomia, gestire i propri beni culturali, quella è la Sicilia”. Dicono che gli unici cantieri sbloccati siano proprio in Sicilia e, non a caso, Danilo Toninelli si vanta di essere sbarcato nell’isola ben nove volte. “E dicono delle cose non vere. Dicono che non c’è bisogno della Tav ma di treni veloci in Sicilia. Benissimo. Ma chi li ha visti?”. Con l’immaginazione il ministro ha visto il tunnel del Brennero. “La Catania-Ragusa è ferma. Il raddoppio ferroviario Messina-Catania al palo. Da Palermo a Catania ci vogliono ancora tre ore di treno. Il pilone Himera non è stato ricostruito”.

 

Sul regionalismo differenziato non la pensa però come la Lega di Luca Zaia… “Penso che nove materie siano già abbastanza. Sono quelle che vengono garantite alla Sicilia grazie all’autonomia. Lombardia e Veneto ne chiedono ventitré. Mi sembrano troppe”. Ma Conte ha scritto ai governatori del nord e li ha rassicurati. “Avrei voluto che scrivesse anche ai governatori del sud. Avrebbe dovuto convocare tutti e ascoltare tutti”. Non basta Salvini ad ascoltarla? “Io a differenza di altri non lo temo. Voglio ragionare con lui di programmi, strategie. Il centrodestra ha perso un’occasione già una volta ma può riprovarci. Deve”. Può? “Al governo non possono andare avanti a lungo. Io credo che, al massimo nella prossima primavera, torneremo al voto”. In pochi mesi si può disperdere il consenso più grande. “Ma se continuano ad attaccarlo, Salvini, può incassarne uno ancora più grande”.

 

La scelta è quindi tra buttare al mare questo governo e buttarsi in acqua con Salvini? “Io preferisco Salvini piuttosto che nuotare in questo pressappochismo”.

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