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Per l'Ufficio parlamentare di Bilancio in caso di autonomia c'è un "rischio per i conti pubblici"

Il consigliere Alberto Zanardi avvisa il governo: "Andrebbero valutati i possibili maggiori costi per la pubblica amministrazione"

Da un parte ci sono Luca Zaia e Attilio Fontana a spingere per un'accelerazione per l'Autonomia di Veneto e Lombardia. Dall'altra ci sono Matteo Salvini e Luigi Di Maio che nel tentativo di tranquillizzare i due governatori promettono aperture e vertici risolutivi dello stallo. Il prossimo sarà domani, giovedì 11 luglio, alle 8,30. E se il leader leghista parla di "clima positivo" professandosi ottimista, quello grillino, su Facebook, scrive che "l'autonomia è nel contratto e si farà", ma, sottolinea, che "sarà un'autonomia per tutti gli italiani, equilibrata e giusta. Di spaccare il Paese in due e lasciare il Centro-Sud isolato non se ne parla".

 

Intanto in Commissione bicamerale per il Federalismo fiscale, il consigliere dell’Ufficio parlamentare di bilancio Alberto Zanardi smorza l'ottimismo dei due vicepremier sostenendo che "il sistema di finanziamento delle competenze aggiuntive previsto dalle bozze di intesa presenta elementi contraddittori che suscitano preoccupazioni per i possibili rischi sia sulla tenuta del vincolo di bilancio nazionale sia sulla garanzia della solidarietà interregionale".

 

Le bozze d'accordo infatti non danno risposte convincenti a una serie di questioni rilevanti per la tenuta dei conti pubblici. Le principali perplessità di Zanardi riguardano: "Le modalità con le quali garantire, anche in un quadro di federalismo differenziato, la tutela degli obiettivi di uniformità delle prestazioni su base nazionale e la tenuta dei conti pubblici; i criteri di quantificazione delle risorse finanziarie necessarie per dare attuazione alle nuove funzioni decentrate; la scelta degli strumenti fiscali con cui realizzare il trasferimento di risorse".

 

Proprio per questo motivo il consigliere dell’Ufficio parlamentare di bilancio chiede che nel processo di autonomia di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna "andrebbero valutati i possibili maggiori costi per la pubblica amministrazione nel suo complesso determinati dal minore sfruttamento delle economie di scala e di integrazione a livello nazionale". E per questo sarebbe "opportuno che le intese, oltre al dettaglio delle funzioni da trasferire, riportino la quantificazione delle correlate risorse da assegnare alle Regioni richiedenti".