Matteo Salvini (Foto LaPresse)

Salvini annuncia tagli ai servizi di scorta e inventa una nuova emergenza

Gregorio Sorgi

Il Viminale promette criteri diversi per l'assegnazione della protezione della Polizia. Ma la decisione non spetta solo al ministro 

Matteo Salvini oggi ha dato seguito alla sua battaglia contro i servizi di scorta e ha firmando una nuova direttiva che, secondo il Viminale, dovrebbe "razionalizzare le misure di protezione esistenti" e "fornire criteri più stringenti per un'analisi rigorosa delle situazioni che richiedono le tutele personali". “Tuteleremo solo chi è davvero a rischio”, ha detto il ministro dell'Interno, che da quando si è insediato ha promesso di rivedere i criteri per l'assegnazione della scorta “per ottenere un servizio più efficace” dalle forze dell'ordine.

 

Il provvedimento annunciato oggi prosegue il lavoro svolto dal Viminale nell'ultimo anno di governo. Secondo i dati del ministero dell'Interno, negli ultimi 12 mesi sono stati aboliti 49 servizi di scorta (si è passati da 618 a 569). I politici e gli imprenditori sono le categorie che più hanno subìto il taglio. Attualmente 274 magistrati, 58 politici, 32 imprenditori e 27 diplomatici sono sotto protezione. Invece, il numero dei magistrati tutelati dalla polizia non ha subìto alcuna variazione nell'ultimo anno. Al contrario, è stata eliminata la scorta per 24 politici, 13 imprenditori e 1 diplomatico, ma i nomi non sono stati resi noti dal Viminale. Il numero degli agenti utilizzati per le scorte personali e per le vigilanze fisse è calato del 9 per cento negli ultimi 12 mesi: si è passati da 2.218 a 2.015 agenti, e da 434 a 404 vetture blindate. Il Lazio è la regione con il maggior numero di persone sotto tutela (173), seguito dalla Sicilia (124).

 

Nei mesi scorsi Salvini ha polemizzato con alcuni beneficiari del servizio di scorta a cui ha promesso di rimuovere la protezione. Il leader della Lega nel giugno 2018 dedicò “una nuova circolare che stabilisce nuovi criteri di scorta” allo scrittore Roberto Saviano, che secondo il ministro “vive protetto nel suo attico a Manhattan”. L'autore di "Gomorra", che è sotto scorta dal 2006  per via delle minacce ricevute dal clan dei Casalesi, ha risposto alle polemiche di Salvini ma il Consiglio d'Europa ha criticato il comportamento del ministro, definito “un'intimidazione di stato”. 

  

 

Tuttavia, il Viminale ancora non ha annunciato quali saranno i nuovi criteri e se verrà rimossa la scorta ad alcuni dei personaggi finiti al centro delle polemiche, come Saviano. L'assegnazione e la revoca delle scorte non è di competenza del ministro dell'Interno, ma dell'Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale (l'Ucis), un organo creato dall'allora governo Berlusconi subito dopo l'omicidio del giurista Marco Biagi nel 2002. La valutazione finale spetta alla Commissione centrale consultiva, composta dal direttore dell'Ucis e dai rappresentanti delle Forze di polizia, dell'Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) e dell'Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna). Per le questioni relative alla protezione dei magistrati è previsto anche il parere di un giudice dislocato al ministero della Giustizia. 

   

La Commissione segue un criterio oggettivo: esistono quattro livelli di pericolo, ognuno dei quali comporta una protezione diversa. Ad esempio, il livello quattro è riservato alle massime cariche dello stato e a coloro che sono esposti a un rischio molto rilevante, e dà diritto a tre auto blindate e a una decina di agenti nel corso della giornata. Tuttavia, la vicenda che ha coinvolto il giornalista Sandro Ruotolo – a cui è stata rimossa e poi restituita la scorta nel giro di pochi giorni lo scorso febbraio – ha fatto sospettare di un'ingerenza politica nell'assegnazione della protezione.

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