Un murale di Tv Boy a Roma. Foto LaPresse

La fregatura come contratto di governo

Redazione

Povertà, migranti, legge Fornero. Le emergenze raccontate sono inesistenti

Alla vigilia della ennesima resa dei conti a beneficio dei rispettivi elettorati Lega e M5s si rimpallano il famoso contratto del cambiamento. Eppure è in quelle 40 pagine con autentica notarile che sta la grande truffa alla base del successo elettorale prima, e dopo della politica di spesa e immagine attuata da Salvini e Di Maio.

 

La “povertà assoluta” che avrebbe riguardato sei milioni di italiani, alla base del reddito di cittadinanza, è risultata nel 2018 secondo Eurostat in calo di oltre un milione rispetto al 2017, miglior risultato dal 2010. Senza sussidio di stato per il quale, nonostante la propaganda dell’Inps, si prevedono intanto 130 mila rinunce rispetto a richieste già largamente inferiori alle attese. Anche l’altro pilastro della propaganda gialloverde, l’Italia assediata da migranti e trafficanti pronti a portare terrorismo, armi e malattie, si è rivelato un bluff: Salvini con i porti chiusi ha ridotto a zero gli sbarchi già quasi eliminati da Marco Minniti del Pd, mentre l’ordine pubblico è fuori controllo nelle regioni insidiate dalla malavita organizzata e anche altrove dove si continua a uccidere, rapinare, spacciare. Ora il Viminale diffonde dati tranquillizzanti, così come fino a poco fa parlava di 500 mila clandestini a spasso in Italia (sarebbero 90 mila), e spandeva allarmi per giustificare la legittima difesa comunque, il tutto tra il disagio di polizia e carabinieri.

 

Un’altra emergenza fasulla era la legge Fornero: per pensionare in anticipo i 62enni, grande bacino elettorale, si è contrabbandato un ricambio generazionale che non ci sarà, neppure nella Pubblica amministrazione (basta guardare ai medici). Alimentare paure e tensioni ha avuto un prezzo, quello sì certo: nel 2019 la spesa pubblica corrente sale di quasi un punto di pil, dal 44,8 al 45,5, mentre gli investimenti si riducono dal 18,6 al 18,3. Caso unico in Europa. E chi paga il conto lo spiegano i dati elaborati dal Sole 24 Ore: i redditi tra 26 e 55 mila euro subiscono perdite del 12 per cento, un record europeo. A loro Salvini promette una flat tax irrealizzabile per costi e modalità. Peccato che il vero contratto tra lui e Di Maio preveda la gigantesca fregatura per la spina dorsale produttiva del paese, per i contribuenti onesti, per i giovani.